SENIGALLIA – L’ultima “retata” effettuata dalle forze dell’ordine per contrastare la presenza delle lucciole nelle principali strade della città ha riacceso i riflettori sul fenomeno della prostituzione a Senigallia. Un fenomeno che non si è mai riusciti ad annullare, complice la “domanda” di mercato, ma che negli anni è notevolmente diminuito.
A sostenerlo è il vice questore aggiunto del Commissariato di pubblica sicurezza di Senigallia, dott. Agostino Licari, il quale – intervistato da Centropagina.it – ha spiegato le caratteristiche di questo particolare fenomeno.
«La presenza è soprattutto costiera, il che significa che è quasi nulla nelle zone dell’entroterra, ma non è una presenza costante: le prostitute sono disposte lungo la statale da Marotta a Montemarciano, anche se ultimamente – grazie anche ai servizi che Polizia e Carabinieri hanno effettuato, anche in sinergia – la zona sud ha visto molto meno lucciole di quante non ve ne siano nella parte nord della città: in via Podesti o a Marzocca, il fenomeno sembra quasi scomparso».
La notevole diminuzione della prostituzione in termini numerici può essere rappresentata con un calo di oltre il 50%: negli ultimi anni spiega il v.q.a Licari, si è passati dalle 25/30 ragazze attive soprattutto negli orari notturni alle 10/12, con particolare riferimento alla sera o al weekend, quando la presenza è più marcata rispetto agli altri giorni della settimana.
«Bisogna dire che lo stazionamento delle prostitute non è illegale, ma è una questione che si allaccia fortemente al decoro e a tutte le problematiche connesse come gli schiamazzi, i rumori, le possibili liti o altri episodi che possono anche disturbare la quiete pubblica. È chiaro che, se a livello numerico la presenza è certamente diminuita, anche vedere una sola prostituta magari vicino a casa crea nel cittadino un disagio».
Un problema di visibilità, decoro e a volte anche di pericolosità per il traffico: a causa di alcuni atteggiamenti un po’ troppo disinibiti, gli automobilisti sono distratti alla guida, mentre in altri casi si è arrivati a invadere letteralmente la sede stradale per poter attirare i clienti.
Comportamenti che sono stati in molti casi repressi dalle forze dell’ordine sia con controlli a carattere preventivo, sia con vere e proprie misure come l’allontanamento dal territorio comunale o la sanzione. Le multe sono di 50 euro per le prostitute, di ben 400 euro per i clienti «È purtroppo da segnalare che la misura ha spesso un’efficacia limitata e preventiva, andando a spaventare i potenziali clienti e a farli desistere» ha aggiunto Licari.
Dall’aprile 2017, con il decreto Minniti, c’è un altro strumento, una specie di “daspo” per le prostitute: si tratta di un provvedimento che parte dal potere in capo ai sindaci e ai questori di interdire un’area perché particolarmente sensibile come i centri storici o le zone nei pressi di chiese o scuole. Le prostitute possono essere allontanate ed eventualmente – in caso di recidiva – essere destinatarie di un divieto di ritorno da 6 mesi a 2 anni, oltre a multe pecuniarie da 100 a 300 euro.
Se in strada si vedono meno lucciole, il fenomeno è però “vivo” per quanto riguarda la prostituzione in appartamento: una situazione monitorata costantemente e “a macchia di leopardo”, coinvolgendo edifici sparsi un po’ per tutto il territorio.
«In questi casi possiamo intervenire in più ambiti – sostiene il dirigente del Commissariato senigalliese – passando dalla repressione dello sfruttamento al favoreggiamento nel caso il proprietario dell’appartamento sia a conoscenza dell’attività svolta nei suoi locali».