Senigallia

Quasi 400 parti civili all’udienza sull’alluvione di Senigallia

La gran parte è seguita dall'Unione Nazionale Consumatori, la richiesta di risarcimento danni sfiora i 50 milioni di euro

L'alluvione di Senigallia del 3 maggio 2014: Borgo Molino
L'alluvione di Senigallia del 3 maggio 2014: Borgo Molino

ANCONA – Si è svolta stamattina l’udienza per la costituzione delle parti civili in merito all’alluvione che nel maggio 2014 inondò Senigallia. Davanti al gup Francesca De Palma si sono presentati gli avvocati in rappresentanza di quasi 400 persone fisiche e giuridiche con una richiesta di risarcimento danni che sfiora i 50 milioni di euro.

Oltre all’annunciata costituzione di parte civile del Comune di Senigallia, ben 362 persone fisiche sono seguite dall’Unione Nazionale Consumatori (avv. Corrado Canafoglia), insieme a 24 ditte e ai familiari di due deceduti la mattina del 3 maggio; è intenzionata a costituirsi parte civile nell’eventuale processo anche la stessa Unc. I familiari di un’altra vittima sono seguiti dall’avvocato Federico Rosati, mentre l’altro legale, l’avv. Roberto Paradisi, rappresenta sia privati cittadini e alcune ditte, sia i familiari della quarta vittima dell’alluvione.

La posizione del Comune di Senigallia è stata contestata dalla Procura che ha sollevato dubbi circa la possibilità di costituirsi parte civile: proprio questo punto, assieme alla documentazione relativa alle altre parti civili sarà disponibile per l’esame da parte dei legali difensori degli indagati: c’è tempo fino al 29 aprile, quando si terrà la nuova udienza fissata oggi dal gup De Palma.
Proprio su questo punto si era espresso l’avvocato Paradisi, sottolineando che «la duplice veste di responsabile civile per fatto dell’imputato (la veste che dovrà assumere il Comune in quanto tenuto al risarcimento in caso di condanna dei propri rappresentanti) e di “parte civile” (cioè soggetto danneggiato) appare contrastante. Saluto con favore – e non senza soddisfazione – l’iniziativa del pool dell’accusa che ha pienamente condiviso tutte le mie perplessità giuridiche».

L’alluvione del 3 maggio 2014 causò quattro morti e oltre 180 milioni di euro di danni. Tra questi, 9 milioni, riguardano danni a edifici e beni pubblici. Rischiano il processo otto persone, tra cui il sindaco Maurizio Mangialardi, l’ex primo cittadino Luana Angeloni, il comandante dei vigili urbani ed ex dirigente della protezione civile di Senigallia Flavio Brunaccioni, il dirigente dell’ufficio tecnico di Senigallia Gianni Roccato, l’ex dirigente della Provincia Massimo Sbriscia, il presidente dell’Autorità di bacino Mario Smargiasso, l’ingegnere Alessandro Mancinelli e Libero Principi, funzionario lavori pubblici della Regione.
Le contestazioni vanno dal pluriomicidio colposo al disastro ambientale, dall’inondazione alle lesioni fino all’abuso d’ufficio e falsità ideologica.