SENIGALLIA – Dopo il focolaio di Fano, la febbre dengue compare anche a Senigallia. Un caso importato dall’estero, si affretta a precisare l’amministrazione comunale in una nota stampa, non quindi un caso autoctono. Ma il timore che possano esserci altre situazioni simili è alto. Per questo motivo scatterà da stanotte, e per tre notti consecutive, la disinfestazione di un’area di circa 200 metri a partire da un’abitazione di Largo Boito dove si è registrato il caso.
Area che sarà interessata da un rapido intervento per evitare la nascita di un focolaio in città come appunto avvenuto nel fanese. «E’ necessario intervenire con massima urgenza per prevenire il rischio di trasmissione della malattia attraverso la puntura di insetti vettori, la zanzara tigre» spiegano dal comune. La ditta affidataria del servizio di disinfestazione sul territorio comunale ha il compito di effettuare il trattamento antilarvale e adulticida entro un raggio di 200 m dall’abitazione in cui è stato individuato il caso di febbre Dengue. L’operazione verrà messa in atto per tre notti consecutive: dalle ore 24 alle 5 tra martedì 12 e mercoledì 13, poi tra mercoledì 13 e giovedì 14 e infine tra giovedì 14 e venerdì 15 novembre.
Si tratta di interventi di disinfestazione mediante nebulizzazione di prodotti insetticidi nell’area indicata dalla mappa allegata all’articolo, interventi che necessitano quindi di attenti comportamenti da parte di residenti e commercianti, relativamente alla chiusura delle finestre e agli impianti di ricambio dell’aria; alla tutela degli animali e alla protezione di ciotole e abbeveratoi; alla copertura di prodotti ortofrutticoli che dovranno poi essere sbucciati o lavati abbondantemente prima del consumo alimentare. In caso di pioggia l’intervento verrà posticipato alle prime date utili.
Non deve invece destare preoccupazione l’eventuale presenza di altri insetti (mosche, moscerini, cavallette, ecc.) sul territorio senigalliese, imputabile a condizioni meteo climatiche favorevoli alla loro diffusione: questa presenza non è associata a specifici rischi igienico sanitari per la popolazione.