Senigallia

Rimborsi tari: “Repubblica” inserisce Senigallia in una black list, il sindaco replica

Mangialardi: «Frutto della volontà di ricercare sempre e comunque il marcio nelle attività delle Pubbliche amministrazioni»

L'articolo di Repubblica sui rifiuti in cui cita il comune di Senigallia
L'articolo di Repubblica sui rifiuti in cui cita il comune di Senigallia

SENIGALLIA – «Anzitutto tengo a ribadire che la questione relativa al calcolo errato della Tari da parte di alcuni Comuni italiani, i quali avrebbero addebitato alle utenze domestiche la quota variabile del tributo anche su pertinenze quali garage, cantine e soffitte, non riguarda il Comune di Senigallia. Per precisa scelta politica, questa Amministrazione ha stabilito di non assoggettare le pertinenze alla quota variabile della Tari e, prima ancora, della Tares, ritenendolo sbagliato. Dispiace dunque moltissimo che un importante giornale nazionale come “La Repubblica”, seppur immagino in buona fede, abbia commesso un così grossolano errore che non solo, senza alcun motivo, mette in cattiva in luce il nostro operato, ma offre ai suoi lettori una notizia palesemente sbagliata».

Così il sindaco di Senigallia Maurizio Mangialardi commenta l’articolo apparso ieri su “La Repubblica” dal titolo Tassa rifiuti, caos rimborsi tutti gli ostacoli dei Comuni a firma del giornalista Marco Ruffolo. In tale articolo si sostiene che “in alcuni casi, come nel Comune di Senigallia, per spedire la prima delle due richieste (quella per conoscere quanto il cittadino ha pagato in eccesso, ndr) è necessaria una marca da bollo di 16 euro. Pagare per essere rimborsati”.

«Onestamente non so – continua Mangialardi – come sia nato questo pasticcio. Posso solo immaginare che chi ha scritto l’articolo abbia confuso il tema dei rimborsi della Tari, che appunto non tocca Senigallia, con quello di un contributo straordinario che nei mesi scorsi la nostra Amministrazione comunale, caso più unico che raro in Italia, ha concesso a sostegno delle imprese del territorio attraverso un avviso pubblico; tale contributo calcolato sulla base della tariffa Tari del 2016 prevedeva effettivamente, come disciplinato dalla norma nazionale, l’inoltro di una richiesta in carta da bollo di 16 euro, ma non c’entra assolutamente nulla con i rimborsi Tari».

«Maggiore attenzione e una più curata verifica delle informazioni – conclude il sindaco – e magari anche un freno a quella spasmodica volontà, oggi tanto in voga, di ricercare sempre e comunque il marcio nelle attività delle Pubbliche amministrazioni, avrebbero risparmiato al giornalista di incorrere in una simile topica. Non abbiamo mai chiesto a nessuno di magnificare il nostro lavoro, ma onestamente essere sbeffeggiati per qualcosa di non vero, è francamente troppo».