SENIGALLIA – Quarantacinque giorni per mettere in sicurezza il fosso del Sambuco, in località Molino Marazzana, una delle aree più a rischio esondazione di tutta la spiaggia di velluto. L’intervento, annunciato nei giorni scorsi dalla Regione Marche e dal Comune senigalliese, è partito ieri, 23 febbraio, grazie ai 185 mila euro messi a disposizione da palazzo Raffaello.
La zona di Molino Marazzana, infatti, è a rischio idrogeologico molto elevato (R4) del vigente Piano di Assetto Idrogeologico (P.A.I.) della Regione Marche: in passato è stata oggetto di esondazioni e sormonti dell’argine da parte del fiume per ben 5 volte.
La popolazione aveva da tempo segnalato il grave stato di manutenzione dell’area del fosso del Sambuco; dopo il sopralluogo della nuova amministrazione comunale e grazie all’impegno di Stefano Mencarelli, nominato componente dello staff del sindaco di Senigallia, si è riusciti a “portare a casa” questo risultato. Nonostante la cifra impegnata non sia enorme, assume significato anche e soprattutto perché si sta avvicinando la stagione in cui piove con maggiore frequenza e intensità.
«I lavori nel bacino idrografico del fiume Misa – spiega l’assessore regionale all’ambiente e alla difesa del suolo Stefano Aguzzi – fanno parte di un intervento d’urgenza per ridurre i rischi incombenti sulla pubblica incolumità, infrastrutture e territori, generati dalla presenza di numerose tane di animali selvatici sugli argini. Dopo la segnalazione del Comune di Senigallia che esprimeva la necessità di un intervento urgente, soprattutto per salvaguardare la popolazione, la Regione si è prontamente attivata».
Il primo passo è una pulizia della zona del fosso del Sambuco per comprendere meglio in quali punti intervenire; il secondo è «ricostruire e rinforzare i tratti di argine deteriorati e indeboliti dalle cavità prodotte dalle tane», così da «evitare un peggioramento della situazione di pericolosità».
L’intervento ha lo scopo di mitigare il rischio idraulico del medio e basso corso del fiume Misa, in attesa di poter intervenire in maniera complessiva e sistematica sull’argine, di cui sono stati rifatti anni fa solo alcuni tratti in una porzione molto limitata.