Senigallia

I ristoratori vanno avanti: pronti a ricorrere contro multe e dpcm

Inizia da Senigallia il secondo capitolo della protesta degli imprenditori contro gli atti amministrativi del governo Conte

La conferenza stampa sull'iniziativa di protesta

SENIGALLIA – C’è un limite alla pazienza: è questo il messaggio che alcuni ristoratori lanciano dalla spiaggia di velluto al premier Conte, «stanchi dell’autoritarismo del governo che va avanti a forza di dpcm». Al centro del contendere ci sono le chiusure dei locali, imposte con atti amministrativi che, secondo i legali a cui si sono rivolti, sarebbero incostituzionali.

E’ il secondo capitolo quello che inizia da Senigallia, dopo la protesta #ioapro di otto giorni fa. Lo scorso 15 gennaio, infatti, in tutta Italia alcune centinaia di ristoratori hanno tenuto aperto i propri locali in segno di protesta contro le chiusure imposte dai decreti sicurezza. Protesta che ha lasciato una scia di multe e ordinanze di chiusura contro cui, ora, si ribellano.

Il ristorante “Statale 16” di Senigallia

Ad aizzare la protesta c’è un ristoratore senigalliese, Massimiliano Mancini, titolare del locale Statale 16, che dopo aver riempito il locale alcuni giorni fa è stato multato da carabinieri e polizia, così come i suoi clienti che avevano aderito alla manifestazione recandosi a cena nel ristorante. «Io ho aperto perché non se ne può più: non ci fanno lavorare ma a noi i costi continuano ad andare avanti e alcuni pagamenti sono solo sospesi. Insomma io schiatto perché tu Stato non mi fai lavorare». Imposizioni che si ripercuotono anche in altri settori, tanto che, al malcontento dei ristoratori si sono aggiunte le proteste delle categorie di commercianti, gestori di palestre, associazioni sportive, studenti.

Da sinistra: Massimiliano Mancini, Roberto Paradisi, Beatrice Marinelli e Marco Rossano Gambini

All’iniziativa di impugnare le sanzioni e i provvedimento di chiusura hanno aderito anche (Associazione Consumatori Utenti) dott. Marco Rossano Gambini e la responsabile del comitato “E Ora Basta Italia” Beatrice Marinelli. «Le regole non sono stabili e i calcoli cambiano sempre – spiega il primo sottolineando la disparità tra dipendenti pubblici e le «aziende che non hanno ricevuto né l’azzeramento dei costi né contributi come se campassero di aria. L’Acu è vicina ad associazioni e comitati, è ora che ci sia un forte risveglio delle coscienze degli italiani».

Marco Rossano Gambini (ACU – Associazione Consumatori Utenti)

«Sono provvedimenti iniqui e anti costituzionali quelli adottati dal governo – fa eco Marinelli – quando grossi complessi commerciali sono aperti con folle al loro interno, le piccole attività sono chiuse. Vogliamo fare ricorso contro queste scelte che sono solo decisioni politiche non tecniche».

A seguire gli aspetti legali ci sarà un pool di avvocati dell’Acu che saranno coordinati dall’avvocato Roberto Paradisi: «Metto a disposizione gratuitamente il mio impegno perché ognuno, anche noi avvocati e liberi professionisti, deve fare la propria parte contro questa dittatura amministrativa e ribellarci ai dpcm palesemente incostituzionali. Da quasi un anno va avanti questa storia di potere assoluto di Conte, come se fosse un moderno Cesare».

Beatrice Marinelli (comitato “E Ora Basta Italia”)