SENIGALLIA – Gremito l’auditorium san Rocco di Senigallia per l’ultimo saluto a Pegah Naddafi, la giovane investita e uccisa poco prima di mezzanotte tra venerdì 3 e sabato 4 gennaio a Mestre, a poche centinaia di metri da casa. Tante le persone – iraniane, italiane ma non solo, stavolta davvero senza distinzioni di alcun genere – che si sono strette attorno alla famiglia durante il funerale svolto in forma laica.
Diverse persone – conoscenti della giovane e della famiglia – non sono riuscite a entrare nel locale messo a disposizione dall’amministrazione comunale, di cui era presente il sindaco Maurizio Mangialardi. Proprio il primo cittadino ha voluto sottolineare l’abbraccio dell’intera comunità senigalliese: di questo affetto la stessa famiglia si è detta sorpresa, ringraziando gli intervenuti. «Non ci aspettavamo tutta questa vicinanza» ha detto la mamma Sepideh con voce interrotta dal pianto.
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Commosso anche il ricordo degli amici della giovane 29enne Pegah, che si trovava in via Vespucci quando è stata travolta da un’auto il cui conducente è risultato negativo all’alcoltest. Amici che, come lei, sono figli di iraniani ormai da anni trapiantatisi in Italia: hanno sottolineato il suo carattere solare, il sorriso contagioso, il suo impegno nel lavoro e nello studio.
Iscritta all’università Ca’ Foscari di Venezia, parlava ben sei lingue ed era in procinto di discutere la tesi di laurea. Dall’ateneo veneto è stato comunicato alla famiglia che le verrà comunque conferita la laurea, notizia che il padre Kamyar ha voluto condividere durante il funerale e che è stata accompagnata da un sentito applauso.
Un composto corteo funebre ha poi seguito la bara fino a via Maierini, scortata dalla Polizia locale senigalliese, prima dell’ultimo viaggio di Pegah, quello al cimitero maggiore Le Grazie, a Senigallia, dove avverrà la tumulazione.