Senigallia

Sanità, il «buon anno ai nostri politici» da parte del comitato per l’ospedale di Senigallia

Cardiologia intensiva a Jesi e Fabriano, solo riabilitativa a Senigallia nonostante i numeri degli interventi svolti e il territorio servito

SENIGALLIA – Un «buon anno ai politici nostri» arriva dal Comitato cittadino per la difesa dell’ospedale che prende spunto dalle ultime decisioni in materia di sanità dell’Asur e della Regione Marche per criticare la perdita di funzioni e posti letto che dal 2014 si è verificata a Senigallia, riferimento per tutta la vallata del Misa e Nevola e non solo.

Il grazie, decisamente ironico, per quanto fatto finora è indirizzato non solo ai presidenti delle giunte regionali Gian Mario Spacca prima e Luca Ceriscioli poi, ma anche al consigliere regionale Fabrizio Volpini, al sindaco e all’assessore alla sanità di Senigallia Maurizio Mangialardi e Carlo Girolametti.

«La terapia intensiva (codice 50) e la riabilitazione letti degenza (codice 56) sono le funzioni proprie che si devono riscontrare in una cardiologia utic/riabilitativa, come intendono farci credere sia quella di Senigallia – commenta Silvano Cingolani, referente per il comitato – . I posti letto sono monitorizzati e video sorvegliati. Peccato che queste caratteristiche cardiologiche non sono inserite nella determina Asur n.732/2017 per quanto riguarda la sanità a Senigallia. Le avrebbe invece dovute avere se i nostri politici avessero rispettato la parola data e le promesse pubbliche fatte dal 24 luglio ad oggi».

Da quanto pubblicato invece si denota che mentre Jesi e Fabriano avranno la riabilitazione intensiva cardiologica (Utic), codice 50, Senigallia avrà semplicemente la cardiologia riabilitativa con codice sanitario 56.

«Questo è il grafico riassuntivo della determina sulla sanità fatta dall’Asur e avallato dai nostri rappresentanti. Vogliamo far comprendere ai cittadini quello che i politici ostinatamente negano, cioè le posizioni diverse tra Jesi/Fabriano e Senigallia».

Senigallia dovrebbe essere il punto di riferimento non solo per tutta la valle del Misa, del Nevola e del Cesano ma anche di quelli che dalla costa, come da Marina di Montemarciano, la stessa Montemarciano e Falconara non vanno a Torrette.
«Dobbiamo avere un progetto per l’ospedale – conclude Cingolani – non tirare a campare solo perché ci sono le elezioni. Chiediamo uno studio oggettivo degli effettivi bacini d’utenza e una applicazione logica della ridistribuzione delle risorse non per pesi politici, ma per effettive necessità abitative e territoriali».