Senigallia

Il Comitato cittadino critica l’Asur per i “premi di risultato”

La sanità pubblica di Senigallia ancora al centro delle polemiche. Dopo le attrezzature obsolete del Pronto soccorso, la Tac che si rompe di continuo e la risonanza magnetica che ha impiegato 8 anni per essere sostituita ora questa nuova questione

Sanità pubblica: l'area interna dell'ospedale di Senigallia
Sanità pubblica: l'area interna dell'ospedale di Senigallia

SENIGALLIA – La sanità pubblica ancora al centro delle polemiche. Più precisamente i cosiddetti premi di risultato ricevuti da alcuni dirigenti dell’Asur e delle aziende ospedaliere regionali come Torrette e Marche Nord. A sollevare varie perplessità è il Comitato cittadino a difesa dell’ospedale di Senigallia, che ha iniziato a porsi qualche domanda.

In fase di liquidazione – come da report regionale – ci sono i premi di risultato 2016, che in qualche caso raggiungono anche i 30 mila euro lordi. Indennità straordinarie, precisano, al di fuori dello stipendio base, ma la prima domanda che i componenti senigalliesi del comitato si pongono è: com’è possibile che non ci siano i soldi per assumere personale o per mettere in sicurezza i reparti degli ospedali regionali, ma invece ci siano per i premi?

I premi di risultato sono dei bonus che vengono attribuiti per il raggiungimento di alcuni obiettivi che la Regione si era posta e che vengono giudicati da un’apposita commissione esterna che ha praticamente promosso tutti.

«I cittadini debbono sapere – intervengono dal Comitato senigalliese – che i premi vengono assegnati in base ai risultati raggiunti: in un’azienda privata qual è ormai purtroppo la sanità, questi risultati si identificano principalmente nei risparmi sanitari/amministrativi e tecnici che si fanno e nel rispetto del budget. Ecco allora che si spiegano le chiusure e i declassamenti dei reparti e dei servizi: meno spendo e più guadagno».

In poche parole, il comitato di Senigallia evidenzia che non importa se le liste d’attesa per esami e visite specialistiche non si siano ridotte; non importa se i ticket sulle ricette siano ancora presenti, se le attrezzature siano obsolete e il personale ancora precario: ciò che davvero conta è il rispetto del budget a discapito del servizio all’utenza. Budget ovviamente ogni anno sempre più risicato, con tagli che negli anni – secondo il comitato – ha prodotto la perdita di ben 7 unità operative complesse, lasciando reparti senza primari, con personale ridotto e macchinari che si guastano in continuazione.

Proprio la sanità senigalliese ha alcune problematiche che si ripresentano ogni anno, perché ancora non è stata cercata davvero la soluzione definitiva. Per esempio: le attrezzature obsolete del pronto soccorso; la Tac che si rompe di continuo e la risonanza magnetica che ha impiegato 8 anni per essere sostituita (tuttora senza medici necessari per il suo pieno funzionamento); otorinolaringoiatria e oculistica non accessibili nel weekend; la gastroenterologia senza posti letto; la cardiologia senza Utic; l’ortopedia con personale ancora non stabilizzato che rischia di lasciare il reparto; la guardia chirurgica non presente di notte; i pediatri che devono dare la reperibilità notturna presso il polo di Fabriano con conseguente sovraccarico di turni o i primari non nominati.

«Pensate che i cittadini avrebbero dato ai dirigenti premi di risultato di 20 o 30 mila euro per il “buon” lavoro svolto? E per fare cosa? Per tagliare, tagliare, tagliare i servizi sanitari ai cittadini?».

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