SENIGALLIA – A pochi giorni dal consiglio grande per discutere delle prospettive della sanità locale dopo l’emergenza covid, si moltiplicano le polemiche: dal Movimento 5 Stelle, da Fratelli d’Italia e dal comitato a difesa dell’ospedale di Senigallia, ma in generale da tutte le opposizioni locali, arrivano infatti critiche più o meno aspre sia sull’utilità di una convocazione praticamente a ridosso delle elezioni comunali e regionali sia sul fatto che si terrà a porte chiuse, per motivi legati ufficialmente alla questione covid. E che sarà anticipato da un controconsiglio, un consiglio ombra.
Il tema al centro del consiglio grande di sabato 11 luglio (ore 9 nella sala consiliare senigalliese) sarà la “gestione emergenza sanitaria covid-19. Prospettive del presidio ospedaliero di Senigallia e medicina del territorio” e vi interverranno il governatore della Regione Marche Luca Ceriscioli e il sindaco di Senigallia nonché presidente dell’unione dei comuni “Le Terre della Marca Sénone” Maurizio Mangialardi. Nonostante sia a porte chiuse, sono previsti degli interventi da parte dei sindaci del territorio, dei sindacati e delle associazioni di categoria e comunque l’assise sarà in diretta streaming sulla piattaforma digitale senigallia.halleymedia.com.
«Il consiglio grande è il massimo organismo di partecipazione – scrive in una nota l’amministrazione comunale – attraverso il quale i consiglieri comunali e la giunta ascoltano le proposte e gli orientamenti della comunità locale su questioni importanti che riguardano la vita dei cittadini». Proprio per questo il fatto delle porte chiuse non è andato giù a vari esponenti politici dell’opposizione consiliare e non solo.
Le consigliere comunali del M5S Senigallia, Stefania Martinangeli ed Elisabetta Palma, hanno definito l’iniziativa «l’ennesima passerella per il candidato governatore e sindaco pro-tempore Mangialardi e per il candidato sindaco e presidente della commissione sanità regionale pro-tempore Volpini, con la graziosa concessione del governatore uscente Ceriscioli… una buffonata “a porte chiuse” in cui i cittadini saranno tenuti a debita distanza (per paura di contestazioni?)».
Non ha risparmiato critiche nemmeno Fratelli d’Italia, che ha «deciso di non partecipare al consiglio grande voluto dal Pd e dal trio Mangialardi, Volpini, Ceriscioli perché non vogliamo perdere tempo con una passerella destinata solo ai giornali, alle televisioni e alla campagna elettorale di una sinistra in chiara difficoltà nel settore della sanità marchigiana e di quella senigalliese, dopo i disastri combinati negli ultimi vent’anni. L’ospedale di Senigallia e i servizi di questo comprensorio, che per oltre vent’anni sono stati martoriati e impoveriti, meritano un’attenzione particolare, più seria. Non certo questa farsa mediatica, elettorale e di partito».
«Non nascondiamo – intervengono anche dal comitato a difesa dell’ospedale di Senigallia – che quando si è ipotizzata la convocazione di un consiglio grande sulla sanità, avevamo accolto questa circostanza come un’opportunità per un confronto serio e costruttivo tra tutte le parti; non appena lette le modalità ed i tempi di convocazione del consiglio, abbiamo capito che si sarebbe trattato di una mera passerella elettorale, alla quale certo non vogliamo partecipare. Per questo sabato mattina, 11 luglio, saremo alle 9 in piazza Roma con una nostra delegazione, nel pieno rispetto delle norme covid, per un sit-in a difesa dell’ospedale di Senigallia, per dimostrare a chi vuole metterci il bavaglio che, nonostante tutto, continueremo a usare qualsiasi mezzo consentito per difendere il nostro ospedale, opponendoci a questa assurda politica regionale e comunale. Sarebbe importante che anche altri cittadini e associazioni, che condividono questa battaglia, partecipino alla nostra manifestazione».
Alle osservazioni e critiche mosse, arriva una risposta dal candidato sindaco del centrosinistra e medico senigalliese, nonché presidente della commissione regionale sanità, Fabrizio Volpini. «Qualcuno ha già approfittato della situazione per definire questo appuntamento una “passarella elettorale” per la mia campagna… così, tanto per il gusto di fare polemiche senza senso e, naturalmente, senza alcun fondamento. Perché non è previsto un mio intervento, e non ci sarò. Dopo aver tranquillizzato i polemisti di professione – continua Volpini – considerato il mio lavoro di medico nella città, il mio ruolo di presidente della commissione sanità regionale e anche la mia candidatura a sindaco di Senigallia, mi sembra doveroso tracciare un quadro sulla situazione sanitaria territoriale, cosa è stato fatto e cosa, soprattutto, c’è da fare». Volpini passa quindi alle proposte che non prevedono un’azione unica di un singolo ente: dati i tanti attori, le molteplici norme e il fatto che nessuno possa da solo incidere significativamente sul sistema sanitario, per superare le criticità serve secondo il medico senigalliese lavorare tutti insieme per garantire livelli sempre migliori di assistenza sanitaria ai cittadini.
«La mia visione vede al centro la sanità pubblica: investire e potenziare il Servizio Sanitario Nazionale non è una necessità ma una priorità assoluta, soprattutto dopo l’emergenza covid-19». Poi c’è l’organizzazione territoriale dei servizi sanitari: «c’è molto da fare, anche in termini di snellimento delle procedure, ma la medicina territoriale è lo strumento strategico per garantire non solo la sostenibilità ma anche la qualità dell’assistenza sanitaria la sua capacità di prevenzione». Tre i punti che Volpini indica come «determinanti per una gestione sanitaria efficiente a favore dei cittadini. Il primo è quello che comporta un grande sforzo, tanto organizzato quanto culturale: favorire velocemente e virtuosamente il processo di integrazione fra ospedale e territorio. Il secondo punto è quello di investire maggiormente sul territorio, sulle cure primarie e sulla medicina generale, affiancando le risorse umane e tecnologiche necessarie al buon funzionamento delle attività di prevenzione, assistenza alla cronicità, supporto alla non autosufficienza». Il terzo punto è un appello che Volpini rivolge a tutti: «dobbiamo essere pronti a recepire le risorse che arriveranno dal governo e dall’Unione Europea con progetti concreti. Non abbiamo bisogno di polemiche sterili – conclude – ma di idee competenti per migliorare l’assistenza e la cura per tutti i nostri cittadini, in ospedale e sul territorio».
Prima però, le opposizioni consiliari senigalliesi, che già hanno reso noto che non parteciperanno al consiglio grande indetto dall’amministrazione comunale sulla situazione della sanità locale post Covid 19, organizzano una loro contro iniziativa. «Non è possibile fare da comprimari a chi, quella sanità (ad iniziare dall’ospedale di Senigallia), l’ha di fatto smantellata ed oggi pensa di utilizzare il Consiglio Comunale di Senigallia quale strumentale palcoscenico elettorale». Ecco perché hanno voluto organizzare un proprio “consiglio grande” invitando «Francesco Acquaroli che avrà l’onere di ricostruire ciò che la sinistra ha smantellato pezzo dopo pezzo e per cui le Marche hanno pagato un prezzo altissimo a causa dell’emergenza Covid. Rappresenteremo ad Acquaroli anche la situazione di degrado sanitario dell’Ospedale di Senigallia ad iniziare dalle strutture fatiscenti che cadono a pezzi nonostante la qualità del personale sanitario» dichiarano i consiglieri comunali Roberto Paradisi, Luigi Rebecchini, Alan Canestrari, Davide Da Ros e Giorgio Sartini. All’iniziativa, fanno sapere, parteciperanno anche i dirigenti regionali di Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia.