SENIGALLIA – Lo smantellamento della sanità pubblica, la gestione sempre e solo in ottica emergenziale e le scelte improvvisate che comportano solo un grande dispendio di risorse senza risolvere i problemi strutturali. Sono queste le critiche che “Potere al Popolo” individua da Senigallia sulla risposta alla crisi sanitaria che sta colpendo in maniera particolarmente violenta la regione Marche. Critiche a cui seguono due proposte per «un modello di gestione politica differente».
L’ipotesi delle nuove strutture per fronteggiare l’emergenza coronavirus su cui si sta discutendo da giorni in Regione e nella regione – in particolare il palaindoor (poi sfumata) e la nave traghetto – non viene ben vista dagli attivisti di Potere al Popolo di Senigallia: «Decisione assurda istituire, nella solita modalità di gestione emergenziale del problema, 100 posti letto di terapia intensiva in strutture “a termine”, create ad hoc e finanziate con fantomatiche donazioni da privati».
Una «sparata» da «irresponsabili» quella della nave traghetto che risponderebbe «all’emergenza sanitaria in modo quantitativamente inadeguato, insufficiente, dai tempi incerti, e soprattutto destinata ad essere presto smantellata».
La modalità operativa è criticata perché non cambia direzione secondo gli attivisti senigalliesi rispetto allo «smantellamento della sanità pubblica operato dalle ultime giunte regionali, dall’attuale giunta Ceriscioli e dai governi – tanto di centrosinistra quanto di centrodestra – succedutisi negli ultimi 30 anni». Smantellamento da anni al centro di critiche e polemiche da parte di vari partiti, associazioni e comitati sorti un po’ ovunque in tutta la regione Marche. In questo momento, l’emergenza Covid-19 non ha fatto altro che rendere più evidenti le problematiche che gli utenti segnalano da tempo. «La pandemia non ha che, insomma, scoperchiato un vaso di Pandora».
I tagli al personale medico, infermieristico e di tutti i profili professionali, le chiusure dei cosiddetti piccoli ospedali, la riduzione dei posti letto operata anche nei cosiddetti presidi unici di area vasta, l’espansione della sanità privata convenzionata ma sempre a carico del bilancio della Regione Marche, avevano già determinato secondo Francesco Angeloni di Potere al Popolo un contesto sanitario drammatico già prima del Coronavirus.
Dalle critiche alle proposte. Alle Marche non serve una nave traghetto inadeguata, costosa e insufficiente, ma serve ripristinare strutture ospedaliere chiuse un po’ ovunque, riorganizzare i reparti con i posti letto tolti. Insomma lavorare sul potenziamento della rete sul territorio: non c’è un’Area Vasta che sia stata preservata dai tagli alla sanità. E le ricognizioni potrebbero essere molto rapide, proprio per fronteggiare l’emergenza. Infine, attingere dalle graduatorie per il personale sanitario: ci sono vincitori di concorsi e/o idonei in graduatoria che possono essere assunti da subito a tempo indeterminato, senza ricorrere o costringere al precariato, in modo da poter risolvere anche l’annoso problema delle liste di attesa, emergenza conclusa. Un «modello di gestione politica differente, non basato sul profitto, ma sulla salute e sulla garanzia dei diritti essenziali ai cittadini» concludono da Potere al Popolo Senigallia.