Senigallia

Sanità, “Guardare Oltre”: «Serve una visione unitaria senza bandiere»

Replica la maggioranza corinaldese alla mozione dell'opposizione con cui si chiedevano di riorganizzare i servizi nella vallata facendo pressioni sul governo regionale

Asur Marche: il distretto sanitario a Corinaldo
Asur Marche: il distretto sanitario a Corinaldo

CORINALDO – Prima si voleva impegnare sindaco e consiglio su azioni già messe in atto e poi si propongono cose che nemmeno a Senigallia vorrebbero. Questa, in estrema sintesi, la risposta del gruppo consiliare “Guardare Oltre” alla mozione presentata da “Voce Comune per Corinaldo” circa la riorganizzazione dei servizi sanitari nell’area corinaldese e dei comuni limitrofi. Una mozione discussa nel consiglio comunale del 28 novembre scorso ma che di fatto ha trovato la maggioranza contraria perché «porta all’attenzione del consiglio comunale una problematica che già i sindaci della vallata Misa-Nevola avevano sollevato alla giunta regionale».

«Appare piuttosto evidente la correttezza delle questioni poste all’attenzione della giunta regionale, che ha la competenza specifica per progettare la sanità in tutta l’area della regione Marche – scrivono da Guardare Oltre in una nota stampa – ma travalica il proprio ambito se presentata al consiglio comunale di Corinaldo, posto che né sindaco né la giunta comunale hanno potere per istituire, ad esempio, case di comunità e ospedali di comunità non solo nei comuni limitrofi ma neanche sul proprio territorio, come non hanno potere di destinare al territorio “i fondi già impegnati per il potenziamento dell’ADI”. E’ chiaro che la mozione di Voce Comune riguardava le esclusive competenze politiche sanitarie della Regione e quindi non poteva essere votata dal Consiglio Comunale».

Tra le richieste di Voce comune per Corinaldo c’era quella di istituire “un Ospedale di Comunità di 20 posti letto nel territorio comunale di Senigallia in una sede di pertinenza della fondazione Città di Senigallia”, proposta che secondo Guardare Oltre «non era in linea con un progetto portato avanti, da mesi, dal commissario straordinario della fondazione Città di Senigallia Corrado Canafoglia ed elaborato insieme ad Alessandro Marini (direttore UOC, DSB 4 Senigallia), a Maurizio Mandolini (ex coordinatore ATS 8 Senigallia), a Fabio Izzicupo (referente ambito sanitario UOSES DSB 4 Senigallia), a Mario Vichi (presidente fondazione Opera Pia Mastai Ferretti Senigallia) che prevede di adibire la palazzina sud della fondazione Città di Senigallia a casa della comunità, mentre quella nord ad ospedale di comunità di Senigallia con 40 posti adibiti a cure intermedie. Prevedere un ospedale di comunità a 20 posti letto, come richiesto con la mozione presentata in regione dai consiglieri del PD e come richiesto nella identica mozione presentata in consiglio comunale dalle consigliere di Voce Comune, anziché a 40 posti letto come elaborato nel progetto portato avanti da mesi da operatori del settore, non garantirebbe un equilibrio finanziario e rischierebbe di affossare la fondazione Città di Senigallia nei debiti. Singolare che una esponente del PD corinaldese abbia richiesto, con la mozione presentata a Corinaldo e riguardante anche il territorio di Senigallia, cose diverse da quelle chieste in contemporanea dagli esponenti del PD senigalliese per il loro territorio».

Serve una visione unitaria, concludono da Guardare Oltre, auspicando che venga messa da parte la propaganda politica per lasciare posto a «un’azione politica congiunta nei diversi livelli istituzionali e per questo ci sentiamo di sostenere la proposta di discutere delle problematiche in commissione affari istituzionali, giusta sede per preparare insieme proposte da portare al consiglio comunale. Ci è sembrato che Voce Comune non avesse alternative rispetto al ritiro della mozione proprio perché redatta in maniera impropria ed auspichiamo che il consiglio comunale possa giungere a proposte unitarie e condivise, perché su queste tematiche poco contano le “bandiere di partito”, ma servono percorsi ed obiettivi comuni a vantaggio della comunità e dell’intero territorio di vallata».