SENIGALLIA – Salvaguardare il consultorio di Senigallia per mantenere un presidio pubblico, libero, laico, accessibile e funzionante. Questo è quanto hanno ribadito le decine di attiviste, utenti e cittadine che si sono date appuntamento per oggi, giovedì 16 novembre, a partire dalle ore 17.30 davanti al poliambulatorio di via Campo Boario.
Una manifestazione indetta innanzitutto da quante e quanti percepiscono direttamente, sulla propria pelle, il malfunzionamento della sanità con sempre meno ginecologhe e ostetriche. A queste figure si vorrebbe sostituire personale da cooperative. Una logica aziendale che varie realtà, tra cui la Rete Femminista Marche Molto+di194, rifiutano completamente ritenendo che «soltanto il servizio sanitario pubblico possa tutelare e farsi carico di tutte le fragilità senza pregiudizi e stereotipi. L’ottimo lavoro che le figure professionali del consultorio di Senigallia portano avanti non può essere sostituito da associazioni di volontarie e volontari non formate, che non credono nell’importanza della laicità delle istituzioni».
Al centro della questione c’è – tra le altre tematiche – la mancata applicazione della legge 194/1978, ma anche tutta la partita del depauperamento di risorse, sottratte alla sanità pubblica, scelta che indirizza in qualche modo l’utenza verso il settore privato. «Chiediamo che il nostro consultorio abbia il personale che serve a mantenere i servizi, oltre che rispettoso degli obiettivi della legge nazionale e sensibile alle nuove necessità» hanno detto alcune partecipanti alla manifestazione di giovedì 16 novembre. «È prioritario investire risorse per l’aumento del personale sanitario affinché i tempi di attesa e la possibilità di presa in carico permettano l’accesso al servizio», così come per provvedere a mantenere personale formato e professionisti che non giudichino le persone LGBTQIA+ in base all’orientamento.
Tra le richieste anche «la piena applicazione delle linee guida dell’agosto 2020 sull’interruzione farmacologica di gravidanza e la presenza di una mediatrice linguistico-culturale, visto il numero elevato di utenti stranieri. Intanto continua la raccolta firme lanciata in rete quest’estate che ha già visto oltre 640 adesioni.
A fianco delle cittadine senigalliesi e delle attiviste femministe si sono schierate alcune realtà senigalliesi come lo spazio autogestito Arvultùra, Diritti al Futuro e alcune sigle sindacali, dalle quali è stata espressa «solidarietà» a chi lotta per una sanità realmente pubblica e libera, che non solo tuteli il diritto alla salute ma sia anche luogo di informazione, prevenzione, dialogo e confronto sulle tematiche femminili.