SENIGALLIA – Torna a farsi sentire il comitato cittadino a difesa dell’ospedale di Senigallia. Lo fa per denunciare la disparità tra il poliambulatorio locale dove da tempo si registrano disservizi e lunghe code anche per operazioni amministrative semplici e quello di Marotta dove è stato allestito anche uno spazio per la chirurgia. Ma non solo: tra le segnalazioni trova posto anche la problematica – non nuova anche questa – delle prenotazioni per gli esami da effettuare presso il laboratorio analisi del “Principe di Piemonte”.
Il comitato prende nota del passo in avanti per Marotta che è dotata ora di un ambulatorio per chirurgia generale, proctologia e piccola chirurgia, per visite chirurgiche e medicazioni, in una nuova struttura. Un servizio in più e altre agevolazioni per l’utenza, come la posizione facilmente raggiungibile e un parcheggio. Cose che a Senigallia sono quasi un miraggio: la struttura è «da terzo mondo e non vi sono segnali di cambiamento. La palazzina, circondata da transenne e reti di sicurezza a vista, ormai da tempo necessita di un profondo adeguamento esterno strutturale. Inoltre anche i locali interni sono da risistemare con muri scrostati e anneriti da imbiancare. Non dimentichiamo che è sempre una struttura sanitaria». Così come le tempistiche sono molto lunghe: due mesi per una visita e oltre sei per gli interventi (salve le urgenze). «Senigallia diventerà una succursale ambulatoriale di Marotta per le problematiche di piccola chirurgia?» si chiedono ironicamente dal comitato.
Gli stessi “attivisti” della sanità pubblica lamentano anche disservizi frequenti nelle prenotazioni degli esami da effettuare al laboratorio analisi dell’ospedale di Senigallia: «Programmare un intervento sanitario in base alle proprie necessità non è possibile a Senigallia. Se vogliamo dirla tutta le prenotazioni per gli esami di laboratorio sono un errore burocratico mirato e non casuale della sanità pubblica. Non si facevano mai fino al 2012, ma poi è subentrata questa moda penalizzante per i cittadini che li fa girare come trottole per fare un semplice esame del sangue». Disagi per totem non funzionanti e impossibilità di scegliere orari che possano far comodo: cose che non si verificano nei laboratori privati. Di fatto utenza sottratta al pubblico senza che le strutture ne traggano giovamento perché rimane con sempre meno personale, anche amministrativo, di front office o di accoglienza.
«La cosa l’avevamo già segnalata alla dr.ssa Storti, ora commissaria Ast2, ma evidentemente non siamo stati chiari. Lo saremo ancor più nel prossimo incontro di metà marzo, augurandoci sempre che arrivi Lei con delle proposte concrete e costruttive. La prenotazione va tolta. C’è poi il problema annoso della del front office: 5 operatori assegnati sono necessari. Una volta erano nella gestione diretta del responsabile del laboratorio, ed era cosa saggia, ma ora sono passati sotto la direzione amministrativa del presidio la quale avrebbe il compito di organizzare le ferie e le malattie e le sostituzioni quando ci sono assenze di personale. Ma questo non avviene ed ecco allora che gli operatori del front-office non sono mai al completo. Anche questa cosa è stata segnalata già altre volte ma non ci sono cambiamenti. Noi non vorremmo entrare in un’ottica sindacale, che non ci riguarda, ma non ci si tiri per la giacca».