Senigallia

Sanità pubblica libera, accessibile e laica: i motivi del presidio per salvare il consultorio di Senigallia

Gli attivisti di Arvultùra a fianco delle cittadine che hanno lanciato l'iniziativa per giovedì 16 novembre

Il poliambulatorio di via Campo Boario a Senigallia (retro). Foto: Carlo Leone
Il poliambulatorio di via Campo Boario a Senigallia (retro). Foto: Carlo Leone

SENIGALLIA – Una sanità pubblica libera, laica, accessibile, funzionante. Questo è quanto chiede alla politica locale, regionale e nazionale un gruppo di cittadine di Senigallia promotrici, a inizio estate, di una raccolta firme e ora di un presidio davanti il consultorio cittadino. La manifestazione si terrà domani, giovedì 16 novembre, dalle ore 17.30 alle ore 18.30. 

«Un momento di riflessione, diffusione e consapevolezza, per ribadire che servono investimenti sul servizio sanitario pubblico, perché soltanto quest’ultimo può tutelare e farsi carico di tutte le fragilità senza pregiudizi e stereotipi. L’ottimo lavoro che le figure professionali del consultorio di Senigallia portano avanti non può essere sostituito da associazioni di volontarie e volontari non formate, che non credono nell’importanza della laicità delle istituzioni». 

A fianco delle cittadine senigalliesi si schiera l’insieme di attivisti dello spazio autogestito Arvultùra, da cui viene espressa «solidarietà e sostegno» perché «sono amiche, compagne, conoscenti quelle che da anni si impegnano nella lotta per una sanità pubblica, transfemminista e laica. Il diritto alla salute è alla base del benessere di una comunità che si vuole ancora immaginare aperta, anticlassista, antirazzista, antiabiliata e antisessista».

Il consultorio è un luogo simbolo della sanità, dove si fa prevenzione, formazione, denuncia di violenze, assistenza e accoglienza. L’appello che le attiviste di Senigallia hanno lanciato è stato pienamente accolto dall’Arvultùra che sottolinea: «Il depauperamento di risorse vuol dire, non solo rendere i diritti un bene di lusso, ma anche consolidare un modello di medicina sempre più distante dalle persone e sempre più prossimo alle logiche di profitto. Vuol dire venire meno alle leggi nazionali e al recepimento di pratiche mediche aggiornate, come per esempio le linee guida del 2020 sull’aborto farmacologico. Vuol dire non mettersi in ascolto dei nuovi bisogni e necessità della comunità di appartenenza, che richiedono investimento in nuove formazioni per il personale medico-sanitario.

Da qui l’appello ribadito dai componenti di Arvultùra a firmare la petizione e a presenziare alla manifestazione di giovedì 16 novembre, davanti al consultorio di Senigallia per una «sanità pubblica, libera, accessibile e laica».