SENIGALLIA – Manifestazione di protesta contro le carenze e i disservizi della sanità pubblica quella organizzata per stamattina, 29 aprile. A promuoverla è stato il comitato cittadino a difesa dell’ospedale senigalliese che, con magliette e striscioni, si è radunato proprio nell’area ospedaliera attirando la curiosità degli utenti.
Al centro del flash mob una serie di problematiche ormai note, che il comitato va segnalando da tempo, già dalla precedente amministrazione regionale e comunale. E proprio alla nuova compagine di centrodestra guidata da Acquaroli a livello marchigiano e da Olivetti a livello cittadino si appellano i componenti del direttivo del comitato: si deve invertire la situazione sanitaria disastrosa in cui verte l’ospedale senigalliese, servono cambiamenti importanti come promesso in campagna elettorale.
«Da anni stiamo assistendo al depauperamento dell’ospedale di Senigallia che prima del 2017 era un gioiellino – spiega Daniela Sabbatini, vicepresidente del comitato – addirittura le persone si trasferivano qui proprio perché sapevano che la sanità pubblica funzionava. Ora con il cambio di amministrazione assistiamo allo stesso spettacolo perché nel frattempo non è cambiata la dirigenza regionale che sta continuando ad applicare la stessa linea di prima, con tagli e accorpamenti o decentramenti a favore di questa o quella realtà comunale. E Senigallia, a loro modo di vedere, risulta molto penalizzata: «l nostro ospedale continua a perdere pezzi» e molti dirigenti ma anche strumenti importanti dell’ospedale «sono finiti a Jesi o Fabriano; noi non possiamo più sopportare questa situazione».
Tra le criticità ci sono le situazioni della medicina d’urgenza; del pronto soccorso che ha solo 5 medici su 13 di pianta organica; del laboratorio analisi con un addetto su cinque; della cardiologia-utic; della gastroenterologia; e, in previsione, anche della mancata riattivazione della dialisi estiva. Ma queste sono solo la punta dell’iceberg, fanno sapere.
L’obiettivo del flash mob non è ottenere «altre promesse, né incontri – continua Silvano Cingolani Frulla – abbiamo già presentato un programma con gli interventi da effettuare per ripristinare servizi di qualità con un livello adeguato di personale. Ora vogliamo risposte concrete». Considerato che probabilmente non arriveranno, sono già in previsione altri momenti di protesta per i quali verrà chiesta la collaborazione della cittadinanza e di tutti quei politici che credono nella sanità pubblica.