SENIGALLIA – «Noi del Tribunale del Malato Senigallia non siamo contrari in linea di principio alle sperimentazioni gestionali che comportino la partecipazione di soggetti privati nel sistema della sanità italiana e marchigiana. Vogliamo però che siano rispettati alcuni principi tra cui trasparenza, efficienza e economicità anche per il pubblico e non solo vantaggi al privato». È il parere del presidente del TdM senigalliese Umberto Solazzi che analizza la proposta di legge regionale 145, sulla disciplina delle sperimentazioni gestionali in ambito sanitario pubblico.
La sanità italiana è un sistema a finanziamento interamente pubblico, ma l’offerta di servizi è di tipo misto: pubblico e privato cioè “cooperano” per fornire servizi sanitari con una distribuzione del 51% per la parte pubblica e del rimanente 49% per la parte privata, la quale include anche la convenzione con i medici di medicina generale.
Questa è la premessa entro cui si inserisce la proposta di legge 145 a iniziativa della Giunta regionale delle Marche. Lo scopo è quello di “migliorare l’assetto organizzativo e gestionale, l’economicità, l’efficienza e la qualità dei servizi sanitari e socio-sanitari”. Belle parole a cui difficilmente si potrebbe essere contrari ma secondo il presidente del Tribunale del Malato di Senigallia devono essere rispettati alcuni principi.
Innanzitutto – sostiene Solazzi – l’individuazione dei modelli sperimentali gestionali deve essere prerogativa esclusiva del Sistema Sanitario Regionale, che dovrà prevedere anche a che i contratti del personale siano simili sia per la sanità pubblica che per la sanità privata, interessando nella sperimentazioni anche i servizi che non comportano tariffe di rimborso troppo favorevoli. La sperimentazione dovrà poi essere limitata temporalmente e giudicata anche da una rappresentanza degli utenti con la massima trasparenza possibile.
«Vengono garantiti questi punti dalla proposta di legge 145? Assolutamente No – dichiara sicuro Solazzi – perché i programmi di sperimentazione possono essere proposti da soggetti privati che guarderanno al proprio interesse con proposte a loro congeniali. Molto spesso questo si traduce in contratti diversi per i dipendenti, a svantaggio del pubblico. Inoltre il privato tende a scegliere servizi con tariffe di rimborso favorevoli, lasciando servizi con rimborsi sfavorevoli al sistema della sanità pubblica. Nella proposta poi non esiste nessuna modalità di partecipazione dell’utenza alla valutazione della qualità del servizio erogato durante il periodo di sperimentazione e si contempla “l’eventuale successiva trasformazione dalla gestione sperimentale alla gestione ordinaria” quando non dovrebbe avvenire in modo automatico. Inoltre non si accenna all’implementazione su larga scala nel sistema della sanità regionale degli eventuali risultati positivi della sperimentazione, mentre sulla trasparenza dei percorsi il Ssr non ha ancora visti applicati i decreti legislativi che regolano la trasparenza degli atti nei servizi pubblici. Quindi chi ha approvato in Commissione la proposta di legge regionale, l’ha realmente letta con attenzione?».