SENIGALLIA – Si torna a parlare di sanità pubblica. Sul tema delle priorità per il nosocomio locale si fa sentire nuovamente il comitato cittadino a difesa dell’ospedale di Senigallia che chiede ufficialmente un incontro con gli amministratori locali e regionali per superare le ormai croniche difficoltà.
Per quanto riguarda il personale, il comitato chiede che non si ricorra più ad assunzioni a tempo determinato e, nello specifico, per due medici a tempo indeterminato da impiegare nel pronto soccorso – osservazione breve intensiva (Obi) e medicina d’urgenza garantendo così una corretta presenza e turnazione anche la notte e un’unità per la guardia medica notturna e festiva.
Oltre al personale, serve secondo il comitato anche autonomia gestionale ai reparti, soprattutto a quelli che da strutture complesse (Uoc) sono state riclassificate come unità operativa semplice dipartimentale (Uosd), favorendo così l’ospedale di Jesi o Fabriano a discapito della spiaggia di velluto nonostante i numeri delle prestazioni o la popolazione/utenza servita: oculistica, otorinolaringoiatria, fisiatria, oncologia, laboratorio analisi, radiologia. A questo si dovrebbe poi affiancare una serie di concorsi e bandi pubblici per le strutture complesse vacanti, che non hanno ancora il primario, come anestesia e rianimazione, ortopedia, chirurgia generale, gastroenterologia.
Ma il comitato non si ferma qui. “Approfittando” dell’ennesima aggressione a medici e personale sanitario avvenuta nei giorni scorsi, ripropongono come assolutamente necessari i lavori di adeguamento del pronto soccorso, a cui devono seguire anche quelli per la rianimazione e per il reparto di medicina. Una serie di passaggi che permetterebbe a tutto il reparto di essere organizzato su un piano solo, lasciando una porzione dell’attuale piano occupato alla lungodegenza (da anni in via di dismissione) in coabitazione con otorinolaringoiatria e ortopedia.
Infine una chiosa a sostegno di tutto il distretto sanitario senigalliese, da anni depotenziato a coordinato di fatto da altre realtà come Jesi. L’appello è a che venga ridata «autonomia ai vari distretti con personale dedicato, assumendo il personale mancante e non usando gli stessi come jolly. Chiaramente queste priorità vanno spiegate agli amministratori locali e regionali che speriamo ci convochino il prima possibile, concludono dal comitato».