SENIGALLIA – L’infezione causata da un batterio tra sette anziani ospiti della Fondazione Città di Senigallia è stata discussa durante la seduta della IV Commissione consiliare (il VIDEO) di mercoledì 4 aprile, riunitasi su espressa richiesta dei gruppi Unione Civica e Forza Italia. Alla presenza del sindaco Maurizio Mangialardi, dell’assessore alla sanità Carlo Girolametti e dei commissari, il dottor Michelangelo Guzzonato presidente della Fondazione CdS ha spiegato di che cosa si è trattato, quali problematiche sono insorte e quali sono state evitate.
Della diffusione del batterio Acinetobacter Baumanii abbiamo già discusso con il docente ordinario di infettivologia dell’Università Politecnica delle Marche, professor Andrea Giacometti (leggi l’INTERVISTA). Durante la seduta della commissione senigalliese sono state ripercorse un po’ le tappe dell’infezione, dalla presenza di un portatore sano dimesso dal nosocomio cittadino alla diffusione in altri sei pazienti, dalla pratica della bolla di contenimento (isolamento) agli incontri con le famiglie per informare di cosa si tratta e quali precauzioni prendere perché non vi siano conseguenze.
Il problema di base è l’insorgenza di tali colonizzazioni in pazienti perlopiù anziani e immunodepressi, prede facili per un batterio resistente agli antibiotici per cui sono necessarie contromisure adeguate che ad oggi un po’ latitano con il rischio di conseguenze gravi nei pazienti più deboli.
«La seduta – ha dichiarato la presidente di commissione Margherita Angeletti (Partito Democratico) – è terminata con un dibattito acceso, ricco di spunti, domande e risposte che hanno colmato alcune lacune» nelle prime informazioni trapelate.
«Il presidente – affermano i consiglieri Roberto Paradisi, Luigi Rebecchini (Unione Civica) e Alan Canestrari (Forza Italia) al termine della Commissione senigalliese – ha spiegato che nonostante siano stati seguiti i protocolli di legge, il batterio che aveva colpito un ospite è stato riscontrato su altri sei anziani ospiti. Secondo il criterio del “più probabile che non” è assolutamente lecito supporre che il batterio si sia diffuso per una falla nel sistema di profilassi (l’incontro con l’infettivologo in struttura è peraltro avvenuto dopo che erano stati riscontrati altri casi), come in questi casi l’esperienza insegna. Motivo per cui dai consiglieri è arrivato l’invito a investire sulla prevenzione e sulla cura degli anziani».