SENIGALLIA – Niente “case di comunità” a Senigallia e la seconda città della provincia di Ancona, la sesta della regione Marche, rimane a bocca asciutta. Tra i 42 milioni di euro destinati alle strutture sanitarie delle città marchigiane, non vi è un solo centesimo per la spiaggia di velluto. A segnalarlo sono Roberto Paradisi e Maurizio Mugianesi di Unione Civici Marche che intervengono con un’opinione decisamente critica sull’esclusione dal progetto sanitario di Senigallia, che comporta quindi anche quella finanziaria. A beneficiarne nello stesso distretto sanitario sarà invece Corinaldo.
Il Ministero della salute ha infatti finanziato un progetto che prevede la realizzazione di 29 “Case di comunità”: sono strutture funzionali per la regia e la programmazione per le cure primarie e per i supporti sociali e assistenziali di prossimità. Strutture con ambulatori medici, specialistici, servizi di diagnostica strumentale e servizi sociali. Un punto di riferimento per la popolazione, insomma. Che a Senigallia non verrà implementato, mentre a Corinaldo, neanche 5.000 abitanti, sì.
Muovono da qui le critiche alla scelta Paradisi e Mugianesi: «L’intero territorio di Senigallia e il suo hinterland (un’area che copre oltre 80 mila utenti, con l’unica di eccezione di Corinaldo che ne rappresenta il 6%) è stata incredibilmente e irragionevolmente esclusa dal progetto. Sorgeranno “case di comunità” a Jesi (con 2,5 milioni di investimenti), a Corinaldo (3,2 milioni di investimenti), a Filottrano (1,2 milioni di investimenti), a Sassoferrato (1,2 milioni di investimenti). E poi Ancona, Chiaravalle, Loreto, Cagli, Mondolfo, Recanati, Civitanova… fino ad arrivare a Montefiore e Comunanza passando per Matelica. Ma Senigallia, la sesta città marchigiane, non vedrà un solo centesimo investito in questo fondamentale progetto. Davvero i senigalliesi e i cittadini dell’hinterland sono politicamente così inconsistenti? Qual’è stata la posizione dell’Amministrazione comunale? Per quale motivo la Giunta Regionale, con la quale dovremmo avere un rapporto serrato e costruttivo, ha escluso Senigallia dall’investimento sanitario statale più strategico degli ultimi 30 anni?».
Secondo i due esponenti di “Unione Civici Marche”, infatti, questa era l’occasione giusta per riequilibrare un po’ la disparità di trattamento che Senigallia ha subito negli ultimi anni a discapito invece di città più fortunate come Fabriano prima e Jesi poi. «Esprimiamo rammarico e sdegno. Ma soprattutto, dobbiamo ora capire quali siano le dinamiche che continuano a relegare Senigallia a Cenerentola delle Marche» concludono.