SENIGALLIA – Per il Tribunale del Malato “C. Urbani” di Senigallia, l’ospedale cittadino è privo di riferimenti per gli operatori, ormai costretti a lavorare senza le adeguate risorse ma con necessità sempre maggiori. Una situazione grave per la struttura di via Cellini, conseguenza dell’assenza di “governance”: manca una catena di comando chiara che dia sicurezza agli operatori. «È come una nave con ottimi marinai, ma senza un capitano» sostengono Umberto Solazzi e Carlo Massacci.
I due referenti del Tribunale del Malato lanciano dunque un “J’accuse” sia alla politica locale e regionale, sia alla dirigenza Asur. I primi colpevoli di governare la sanità pubblica nelle Marche solo con promesse e inaugurazioni, «ma mai pronti a farsi carico delle disfunzioni e delle carenze che sempre più mettono in difficoltà gli operatori che non riescono a fornire un servizio adeguato al rispetto che il cittadino merita».
I secondi, invece, colpevoli per il Tribunale del Malato, di lasciare gli operatori senza un riferimento costante per l’attività che un Ospedale deve svolgere. E in questo atto d’accusa, chiamano in causa sia il direttore dell’Asur che i vertici locali fino alla direzione medica e amministrativa del nosocomio senigalliese “Principe di Piemonte”. «La gran parte dei problemi rimangono irrisolti – affermano Solazzi e Massacci – e non esiste la capacità di raccordo tra le varie Unità Operative indispensabile per un corretto funzionamento del presidio ospedaliero».
Problemi che non sono stati superati anche per la scarsa considerazione che hanno ottenuto le soluzioni avanzate sia dal TdM che da altre realtà: «proposte riorganizzative a medio e lungo termine, che anche il Tribunale del Malato ha contribuito a stilare, hanno dovuto affrontare la totale indifferenza sia dei tecnici che della classe politica, sia di maggioranza che di opposizione».
E allora non resta che sperare che il personale medico e paramedico continui a svolgere il proprio lavoro con la stessa dedizione e passione che finora li ha portati a superare tante criticità, confidando che nel frattempo – si augurano i referenti del TdM – nel Piano Sanitario Regionale 2019-2021 ci sia una «boccata di ossigeno» per l’Ospedale di Senigallia, anche se «dalla bozza in circolazione è meglio non coltivare troppe aspettative».