SENIGALLIA – Anno di pensionamento anche per l’insegnante Luca Paci. Il maestro delle primarie lascia, dopo 38 intensi anni, il mondo scolastico a cui ha dato davvero tanto, spendendosi anche con le sue passioni per l’informatica e, soprattutto, per il teatro.
In tutte le scuole dove ha prestato servizio – da Arcevia a Jesi, da Trecastelli a Senigallia – ha sempre donato il suo impegno, la sua curiosità, la sua conoscenza in continua crescita e la sua irriverenza umoristica. Ha sempre trovato stretta la burocrazia e le sue leggi e l’ha manifestato con schiettezza. Un atteggiamento di sincerità che spesso non paga, anche se volto – con perspicacia e determinazione – a perseguire il bene dei ragazzi: sono infatti loro le persone (viste non solo nel ruolo di studenti e non certo come vasi da riempire di conoscenze) a cui ha rivolto il suo impegno, a cui ha affidato gli strumenti per provare, sperimentare, riprovare, riflettere e imparare, facendo.
Fin dagli inizi della sua carriera ha sempre puntato a far acquisire competenze anche quando il concetto di competenza era ancora incompreso e lontano dagli scenari dell’insegnamento; ai genitori che non comprendevano il suo approccio e si aspettavano i tradizionali quaderni pieni di esercizi ripetitivi, ha fatto capire il suo agire, li ha messi spesso sui banchi come i loro figli e ha presentato e spiegato loro le sue lezioni. Così rassicurava che i programmi venivano completati perché i ragazzi divenissero in grado di comprendere, di riflettere, di essere sperimentatori attivi delle loro conoscenze che si tramutano, nella pratica, in competenze.
Un collega prezioso – è il ricordo di alcuni docenti – soprattutto per quell’intesa sui progetti innovativi, sulle attività all’avanguardia: sguardi e azioni che hanno sempre ripagato il suo modo d’agire, creativo e un po’ testardo. «Mancherai davvero tanto, mancherà il tuo libro sempre dietro in corso di lettura, mancheranno i tuoi capelli scompigliati, il tuo pc sempre aperto, ma soprattutto mancherà la tua professionalità a tanti ragazzi e a tanti colleghi che hanno avuto la fortuna di condividere con te un modo nuovo di insegnare e di apprendere».