SENIGALLIA – La didattica a distanza rischia per molti alunni di essere un ostacolo all’apprendimento. Se i disagi sono tanti per i ragazzi più grandi, con difficoltà a stare concentrati davanti a uno schermo per più ore, figurarsi per i più piccoli, per i quali l’attenzione rischia di concentrarsi in appena 30 minuti. Ancora più problematica è per i ragazzi con disabilità o con bisogni educativi speciali, per i quali è stata permessa la didattica in presenza.
L’ultima iniziativa è stata appunto quella di far rientrare in classe alcuni alunni, nonostante l’istituzione della zona rossa e il conseguente stop alle lezioni in aula. Una modalità sicuramente utile per chi ha bisogno di un sostegno durante la fase dell’apprendimento, ma che rischia di emarginare ancora di più gli studenti coinvolti, in quanto gli unici a tornare a scuola, mentre gli altri sono a casa con la didattica a distanza, quando ci sono i dispositivi e una connessione funzionante. Da qui la scelta di chiamare le famiglie degli altri ragazzi per far tornare in aula alcuni compagni e far quindi sentire meno soli gli alunni con bes.
La decisione è stata presa intanto dai dirigenti scolastici degli istituti comprensivi Senigallia Sud-Belardi e Senigallia-Marchetti: le segreterie hanno chiamato le famiglie per far aderire quattro alunni per volta al progetto e riempire quelle aule un po’ troppo vuote. Il rischio emarginazione è alto e questa iniziativa, a cui aderire su base volontaria, permetterà di far sentire meno isolati gli studenti con disabilità o con bisogni educativi speciali.
Se lo scopo dell’iniziativa è lodevole, i problemi non mancano. Innanzitutto alcuni genitori non hanno accettato per timore che il tornare in presenza possa comunque favorire il contagio dei propri figli. In secondo luogo ci sono degli alunni che legano di più con alcuni e non con altri: se in aula torna un bambino con cui l’alunno con bes non ha un rapporto costruttivo, il rischio è di vanificare la compresenza in classe. Infine la tempistica: tra le lamentele di genitori e docenti c’è anche il fatto che sia stata ritardata la partenza: si è ormai a ridosso delle festività pasquali ma dell’entrata in zona rossa si sapeva ormai da tempo.
Problemi che forse si affrontano per la prima volta ma che potevano essere superati con una maggiore e più tempestiva organizzazione e informazione alle famiglie.