SENIGALLIA – Ascoltato in consiglio comunale il commissario straordinario della fondazione Città di Senigallia per un aggiornamento sulla situazione dell’ente che deve mettere mano al portafogli e pagare il conto con Autostrade per l’Italia. Ascoltato sì, ma dalla sola maggioranza e dal consigliere aggiunto, Mohamed Malih; assente – annunciata – l’opposizione di centrosinistra che si è espressa sempre contrariamente all’approccio fin qui tenuto sul tema dalla giunta municipale e dai partiti che la sostengono.
Gravi le notizie che arrivano dall’aula (guarda il VIDEO della seduta), nonostante fossero già state dette in conferenza dei capigruppo e in I commissione consiliare dove l’opposizione era presente: la società Autostrade per l’Italia vuole 18,7 milioni di euro e non solo i 14,5 mln € che si prospettava subito dopo la sentenza della Cassazione. E se il conto sale, le difficoltà aumentano.
Il commissario Corrado Canafoglia ha spiegato all’aula semivuota la sua strategia: innanzitutto è stato ingaggiato un esperto contabile che darà una mano con la vendita di alcuni beni della fondazione Città di Senigallia per poter raggiungere l’equilibrio finanziario e al contempo saldare il debito. Verrà anche chiesto uno “sconto” premendo sul fatto che la fondazione è un ente benefico che si occupa di gestire una residenza protetta per anziani. La liquidazione di gran parte dei beni è però necessaria per far fronte all’ingente cifra.
Sul fronte politico non sono mancate le ripercussioni alle dichiarazioni del commissario Canafoglia che, ha detto, «stiamo cercando di scongiurare il fallimento»; né, tantomeno, all’assenza dell’opposizione consiliare. Malih ha ironizzato sui social: «Tocca annoverare fra i lavori non più graditi agli autoctoni anche quello di consigliere comunale» riferendosi all’assenza dell’opposizione, mentre è decisamente più duro il commento di Fratelli d’Italia di Senigallia. «L’assenza dell’intera opposizione alla seduta consiliare di mercoledì pomeriggio è stata il segno di una immaturità politica ed istituzionale, che dimostra chiaramente come costoro non abbiano a cuore il futuro della fondazione Città di Senigallia. […] Il disertare il consiglio, con motivazioni sterili e puerili, tipico di chi non è in grado di argomentare seriamente, è stata, da parte dell’opposizione, una mancanza di rispetto in primis verso il commissario straordinario, Corrado Canafoglia, verso il consiglio comunale e verso i lavoratori della fondazione che ogni giorno danno il massimo impegnandosi con serietà nel lavoro che svolgono, i quali, con la loro presenza in aula, durante l’audizione, hanno potuto toccare con mano chi veramente si sta impegnando per salvare la Fondazione e chi invece ragione ancora con una mentalità politica decisamente infantile fregandosene dei problemi degli altri».
Il centrosinistra compatto aveva d’altro canto già annunciato la sua assenza all’audizione in aula attribuendone i motivi alla, di fatto, sovrapposizione con la conferenza dei capigruppo congiuntamente alla I commissione consiliare svoltasi meno di un mese prima: «Non si comprende il senso di questa ulteriore riunione, che oltretutto rappresenta un costo per la collettività, non essendoci stato comunicato nell’atto di convocazione alcun fatto nuovo nella complessa e controversa vicenda della Fondazione, tale da giustificare una seconda audizione a distanza di meno di un mese». Inusuale, inoltre, la convocazione “straordinaria” del consiglio che dovrebbe in via straordinaria «esaminare, approvare o deliberare questioni di natura politico amministrativa, anche sopravvenute, inerenti all’attività dell’Ente», lasciando «le audizioni di soggetti esterni al comune sono riservate alla conferenza dei Capigruppo o alla I commissione, organi deputati da regolamento per tali eventi».
Da qui l’accusa al presidente del consiglio comunale Massimo Bello che agirebbe «con l’unico scopo di apparire e di spettacolarizzare alcuni eventi, negando sistematicamente le legittime richieste dell’opposizione di affrontare argomenti cruciali per la nostra città». La replica: «Non posso esimermi dalla responsabilità e dal dovere istituzionale di interessare tutta l’aula, riunita in forma solenne, ad occuparsi di fatti e atti, che riguardino il territorio, non solo perché statuto, regolamento e ordinamento lo concedono e lo prevedono, ma soprattutto perché è la coscienza civica che lo impone».