Senigallia

Il senatore Manconi a Senigallia con il suo “Non sono razzista, ma”

È il razzismo il tema al centro del terzo incontro della rassegna Sconfinati, promossa dalla Scuola di Pace “Vincenzo Buccelletti”. L’appuntamento è per venerdì 26 gennaio, all'auditorium San Rocco

L'auditorium San Rocco di Senigallia
L'auditorium San Rocco di Senigallia

SENIGALLIA – Sarà il razzismo il tema al centro del terzo incontro della rassegna Sconfinati, promossa dalla Scuola di Pace “Vincenzo Buccelletti”. L’appuntamento è per venerdì 26 gennaio, alle ore 21, all’auditorium San Rocco di Senigallia.

Illustre ospite della serata sarà il senatore Luigi Manconi, presidente della Commissione per la tutela dei diritti umani del Senato, che presenterà il suo recente libro “Non sono razzista, ma” scritto insieme a Federica Resta, dottore di ricerca in Diritto penale e funzionario del Garante per la protezione dei dati personali. Manconi sarà intervistato dal giornalista e scrittore Valerio Calzolaio.

L’incontro partirà da una semplice domanda: gli italiani sono razzisti? Ovviamente no, perché nessun popolo può essere definito attraverso un’etichetta spregiativa generale. Ma è altrettanto vero che in Italia si manifestano forme di razzismo nel linguaggio pubblico, negli atteggiamenti sociali e nelle politiche.

«Del resto l’espressione “Non sono razzista, ma” si sente sempre più spesso, perché sembra essersi indebolito quel rifiuto morale nei confronti di un termine, razzista, a cui fanno seguito comportamenti sempre più xenofobi. Il libro di Manconi lancia un grido di allarme: l’intolleranza etnica ha trovato spazio nella sfera politica, per opera di figure pubbliche che, nonostante il proprio ruolo istituzionale, contribuiscono alla produzione di ostilità xenofoba. E a ciò corrisponde un tessuto di piccoli e grandi imprenditori politici dell’intolleranza. Tuttavia il termine razzista non va utilizzato per colpevolizzare individui e gruppi che vivono con fatica il rapporto con gli stranieri. Ciò che si manifesta nel nostro paese è, piuttosto, una diffusa xenofobia: la paura dello straniero», spiegano gli organizzatori.