Senigallia

Teatro pieno a Senigallia per l’ambulatorio medico contro le povertà dedicato a Paolo Simone

Prestazioni mediche gratuite a chi non può permettersi le cure o le diagnosi specialistiche: non una sanità alternativa ma una solidarietà concreta che si avvale di medici e infermieri professionisti

La presentazione dell'ambulatorio solidale al teatro La Fenice di Senigallia
La presentazione dell'ambulatorio solidale al teatro La Fenice di Senigallia

SENIGALLIA – Affollato il teatro La Fenice di Senigallia per la presentazione alla cittadinanza di sabato 13 gennaio dell’Ambulatorio medico solidalePaolo Simone – Maundodé”. Un incontro per spiegare le caratteristiche dell’iniziativa messa in piedi da Caritas diocesana e da varie realtà locali che vedrà partecipare decine di medici e infermieri nel progetto di fornire prestazioni medico-infermieristiche gratuite per quelle persone che altrimenti sarebbero costrette a rinunciarvi per questioni socio-economiche.

È un fenomeno quello dell’undertreatment che si sta ampliando sempre di più, di pari passo praticamente con quell’ormai noto divario tra ricchi e poveri. Un divario che la recente crisi economica – da cui ancora siamo tutt’altro che fuori – sta facendo aumentare sempre di più e in cui la parte debole soccombe rinunciando alle cure mediche, alla prevenzione, all’approfondimento diagnostico.

Di tutto questo, della rete che ha portato al risultato dell’ambulatorio solidale e della figura di Paolo Simone a cui l’ambulatorio è dedicato si è parlato al teatro La Fenice di Senigallia, gremito oltre le aspettative (in un primo momento l’incontro si sarebbe dovuto tenere alla Rotonda a mare, ma date le crescenti richieste si è scelto di trasferire l’incontro al teatro con capienza 850 posti).

Con la conduzione del dottor Valter Mariotti, il pomeriggio è trascorso tra storie commoventi, tra dettagliati interventi sul progetto e sul fenomeno in questione. Ha esordito la dottoressa Emanuela Sbriscia Fioretti, moglie di Paolo nonché “mamma” del progetto e presidente onorario di Maundodé: «Si tratta di una parola africana che significa “Sono quello che sono grazie a loro” ed è praticamente ciò che ci rappresenta meglio. Abbiamo bisogno l’uno dell’altro, di cooperazione, di soddisfare il desiderio di riempire la nostra vita e di farlo insieme agli altri».

La presentazione dell'ambulatorio solidale al teatro La Fenice di Senigallia
La presentazione dell’ambulatorio solidale al teatro La Fenice di Senigallia

Proprio questo sentimento è alla base del progetto dello studio multidisciplinare che sarà gestito dalla Caritas nel locali del centro di accoglienza in piazza della Vittoria, a Senigallia.

Un commento positivo è arrivato dal noto conduttore radiofonico Massimo Cirri, protagonista della trasmissione Caterpillar (e del CaterRaduno che si tiene ogni anno a Senigallia) per dire che un sabato pomeriggio così intenso, così partecipato, per un progetto così importante è cosa rara e ammirevole tra tanta superficialità e rassegnazione: «voi senigalliesi siete davvero stranini» ha scherzato.

Sono poi intervenuti il sindaco di Senigallia Maurizio Mangialardi, il vescovo Franco Manenti, il presidente della commissione regionale sulla sanità Fabrizio Volpini e il direttore della Fondazione Caritas Giovanni Bomprezzi.

La presentazione dell'ambulatorio solidale al teatro La Fenice di Senigallia
La presentazione dell’ambulatorio solidale al teatro La Fenice di Senigallia

Quest’ultimo (in foto) ha spiegato che «il malato povero è la forma più grave di emarginazione sociale ed è lui che mettiamo al centro della nostra attenzione. Il nostro ambulatorio è un progetto ambizioso, che prova a evitare il dramma futuro di chi, non avendo la possibilità di curarsi e di fare prevenzione oggi, si troverà domani a cadere di fronte alla malattia».

È entrata in scena infine Nicoletta Dentico sul diritto alla salute nel tempo della globalizzazione. Forte della sua grande esperienza ha scosso la platea mettendola di fronte a verità scomode: «Salute è molto più che medicina, salute significa fare pace e coltivare una visione di pace e cooperazione. Salute è politica e indignazione per la ricchezza smisurata in mano a pochi, che crea disuguaglianze spaventose e sempre più pericolose nei confronti dei più deboli».