Senigallia

A Senigallia arrivano “I due Papi”. Intervista a Mariano Rigillo: «La Chiesa legga i tempi moderni»

Fra documento storico, humor e dramma, lo spettacolo ripercorre i giorni frenetici dalla rinuncia di Benedetto all’elezione di Francesco

. “I due papi” arriva al Teatro La Fenice lunedì 11 marzo con protagonisti Giorgio Colangeli e Mariano Rigillo
. “I due papi” arriva al Teatro La Fenice lunedì 11 marzo con protagonisti Giorgio Colangeli e Mariano Rigillo

SENIGALLIA – Undici anni fa, Benedetto XVI sbalordiva il mondo con le sue dimissioni, le prime di un Pontefice dopo più di sette secoli. Cosa ha spinto il più tradizionalista dei Papi alla rinuncia e a consegnare la cattedra di Pietro al radicale ed empatico cardinale argentino? A raccontarci questo passaggio epocale arriva questa sera al Teatro La Fenice “I due Papi” interpretato da due grandi attori come Giorgio Colangeli (Benedetto XVI) e Mariano Rigillo (Papa Francesco), affiancati in scena da Anna Teresa Rossini con Ira Fronten e Alessandro Giova.

Fra documento storico, humor e dramma, lo spettacolo ripercorre non solo i giorni frenetici dalla rinuncia di Benedetto all’elezione di Francesco, ma anche le “vite parallele” di due uomini molto diversi, accomunati dallo stesso destino. E, soprattutto, ci racconta la nascita di un’amicizia – speciale e inaspettata – fra due personalità fuori dall’ordinario. Al centro di tutto, una domanda senza tempo: quando si è in crisi, bisogna seguire le regole o la propria coscienza?

A cercare di dipanare questo dubbio amletico ci ha provato Mariano Rigillo, che abbiamo avuto il piacere di intervistare prima della piecé. Rigillo è un grandissimo interprete con una carriera sessantennale nella quale si è calato sia nel repertorio classico (Seneca, Giordano Bruno, Shakespeare, Carlo Goldoni) che in quello moderno (Bertolt Brecht, Luigi Pirandello, Giuseppe Patroni Griffi).

Come è stato calarsi nei panni del cardinale Bergoglio?
«Beh, sicuramente è stato molto divertente. Si tratta di un testo che ci aveva colpito ed incuriosito fin da subito; una volta ottenuti i diritti, abbiamo avuto la possibilità di calarci nel testo ed apprezzarne i diversi livelli di lettura e soprattutto le differenze con la pellicola che estromette due personaggi, ovvero le due suore, le perpetue, che accompagnano di due Papi, accedendo una luce più intimista e quotidiana dei due pontefici, più casereccia ecco… saranno anche Papi ma sono prima di tutto uomini. Tra le routine più note quella ed esempio di Ratzinger che andava nell’appartamento della perpetua per vedere ogni martedì “Il commissario Rex”, la sua serie preferita…poi va detto e sottolineato che si tratta di un testo bellissimo che, anche da un punto di vista drammaturgico, è scritto in maniera eccelsa dove non mancano anche momenti esilaranti, quasi comici…come del resto ogni vita, anche quella del personaggio più illustre sa regalare».

Il dialogo tra Benedetto XVI e Francesco I è quello tra conservatori e progressisti: quale è la Sua visione su questo confronto?
«La mia visione, anche complice la mia interpretazione di Bergoglio, è sicuramente più progressista: ritengo che la Chiesa non possa esimersi dal tenere conto anche dei progressi sociali ed occuparsi dei fatti che costituiscono l’ordinario, il quotidiano delle persone…non si può ignorare il percorso sociale e laico: siamo un paese che ha votato il divorzio, si è espresso sull’aborto… la Chiesa non può ignorare tutto questo…l’impressione è che siano stati fatti dei passi, perlomeno dal punto di vista dell’ascolto».

In un periodo storico così secolarizzato, dove la Chiesa e la spiritualità sembrano sempre meno forti, ritiene che il ruolo del Papa sia ancora così centrale?
«Credo dipende molto dal tipo di Pontefice: se questo sa guardare avanti, leggere i tempi in cui vive, allora può essere ancora una figura preziosa; al contrario, se il punto di vista è ultraconservatore, con lo sguardo rivolto al passato e con l’obiettivo delle stasi dei valori allora il suo impatto decade».

Cosa pensa della scelta di Benedetto XVI e come pensa verrà riletto dalla storia tra un decennio o più?
«Io rifletterei sul coraggio di questo personaggio che ad un certo punto ha intuito che forse non era la persona adatta a guidare la Chiesa in questi anni tumultuosi ed ha avuto il coraggio e la lucidità di fare un passo indietro: c’è una scena in cui, nonostante i contrasti, anche aspri, le visioni opposte, Ratzinger dice: ‘Credo che di questi tempi la Chiesa abbia bisogno di un Bergoglio».