Senigallia

Bugatti, il ricordo del sindaco e del fotografo Cicconi Massi

Alle 15 di oggi è stata aperta la camera ardente all'Auditorium San Rocco. Domani in Cattedrale verranno celebrati i funerali del professore. Mangialardi: «Tutto il mondo della cultura perde un intellettuale»

Il Musinf di Senigallia, il museo comunale d'arte moderna, dell'informazione, della fotografia
Il Musinf di Senigallia, il museo comunale d'arte moderna, dell'informazione, della fotografia

SENIGALLIA- Carlo Emanuele Bugatti, ex docente e presidente del Musinf si è spento ieri poco dopo le 21.30 nella sua abitazione in seguito ad una crisi respiratoria. A dare la triste notizia, la sua compagna di vita, la senatrice Silvana Amati.

Se ne va un intellettuale di prestigio assoluto. Oggi dalle 15 è aperta la camera ardente all’Auditorium San Rocco, domani alle 11 saranno celebrati i funerali in Cattedrale.

«Con la scomparsa del professor Carlo Emanuele Bugatti non solo Senigallia e le Marche, ma tutto il mondo della cultura perde un intellettuale di prestigio assoluto, che lascia un vuoto incolmabile. Sono però certo che la sua eredità continuerà a vivere nelle opere e nei progetti che nel corso degli anni hanno visto la luce esclusivamente grazie al suo infaticabile impegno e alla sua innata passione per l’arte. Penso ovviamente al Musinf, realtà senigalliese che proprio grazie all’intenso lavoro svolto dal professor Bugatti rappresenta oggi una realtà capace di dialogare alla pari con i più prestigiosi poli d’arte internazionale, dal Mama di New York al Mamm di Mosca, e di valorizzare in tali consessi i grandi maestri della Scuola del Misa, a partire da Giuseppe Cavalli e Mario Giacomelli – il ricordo del sindaco Mangialardi -.

Carlo Emanuele Bugatti
Carlo Emanuele Bugatti

A tal proposito basti ricordare, solo per fare un esempio, la mostra dedicata alla poetica del paesaggio di Giacomelli da egli curata e organizzata nel 2017 proprio a Mosca in collaborazione con l’Istituto Italiano di Cultura. Ovviamente non dimentico che se oggi Senigallia ha coronato un sogno a lungo inseguito, quello di essere riconosciuta in regione, in Italia e nel mondo come Città della Fotografia, grande merito lo si deve anche alla professionalità, alla competenza e alla passione con cui il professor Bugatti ha diretto in questi anni il nostro museo, facendone un fulcro di tanti eventi espositivi di valore internazionale».

«Personalmente – aggiunge il sindaco – piango anche un grande amico, un punto di riferimento imprescindibile e un’inesauribile fonte di ispirazione, con il quale ho condiviso in questi anni idee e progetti che oggi permettono alla nostra città di essere stabilmente nella rete delle città d’arte. Alla compagna Silvana Amati vanno le mie più sentite condoglianze».

Carlo Emanuele Bugatti domani avrebbe compiuto 76 anni. Ha studiato all’Università di Bologna ed è stato anche membro del comitato scientifico del Centro Nazionale Studi Leopardiani e del Centro Mondiale della Poesia. È autore di un centinaio di monografie di arte moderna ed ha scritto numerosi testi su grandi poeti italiani e stranieri. Bugatti è stato anche tra i primi a sostenere l’autonomia scientifica dell’economia turistica. Dopo essere stato docente di discipline giuridiche ed economiche.

Il professore è stato ricordato con una lettera anche dal fotografo Lorenzo Cicconi Massi: «Entravo al Musinf e salutavo: “Buongiorno caro Professore”. E lui immediato di rimando. “Oh chi c’è, il nostro maestro, il nostro Lorenzino.” Questo affetto, questa dolcezza, così come le sue sfuriate difficili da arginare e i suoi momenti di commozione alle presentazioni, fanno parte della mia vita. Ma non è questo il momento di srotolare la matassa dei ricordi, sarebbe troppo doloroso. C’è un senso di smarrimento in tutti noi. Lascia una città, una moltitudine di appassionati, che Le deve molto. Voglio solo immaginare che presto si rimetterà subito in attività, a preparare mostre di Fotografia con i Maestri, quelli grandi, ovunque vi troviate. Mi salutava sempre così al telefono, con la voce che sfumava come il finale delle canzoni di una volta : “Un grande abbraccio, un grande abbraccio…”. Arrivederci Professore».