SENIGALLIA – È stata inaugurata oggi alla Rocca Roveresca “Russia. Istanti di religiosità cristiana”, l’ennesima iniziativa culturale di rilievo tra le mostre fotografiche che la spiaggia di velluto da anni mette in campo. Al centro ci sono gli scatti di Sergey Bogomyako e Anton Ovcharov, due tra i più importanti fotografi russi contemporanei.
L’esposizione – apertasi alla presenza dell’Ambasciatore della Federazione Russa presso la Santa Sede e il Sovrano Militare Ordine di Malta, Alexander Avdeev, è stata allestita grazie alla collaborazione con il Polo Museale delle Marche e il Consolato Onorario della Federazione Russa ad Ancona.
Bogomyako “nasce” a San Pietroburgo prima come ingegnere informatico: scopre la fotografia solo nel 1996. Quattro anni più tardi diventerà la sua professione, fondando nel 2006 il suo studio fotografico. Oggi è uno dei più noti fotografi di San Pietroburgo nel campo della pubblicità, dell’architettura e dei reportage; collabora con il governo di Mosca e San Pietroburgo, la diocesi di Tikhvin, le Ferrovie Russe, Sberbank Rossii, Gazprom, Valio, Gillette, Coca Cola e molti altri, compresi altri paesi europei come la Norvegia.
Anche Ovcharov è un fotografo professionista di San Pietroburgo. Nel 2012 sceglie di dedicarsi completamente alla sua passione per la fotografia e si specializza come fotografo di moda, pubblicità, ritratti e reportage. A lui sono state dedicate decine di mostre in tutto il mondo.
E per un’esposizione che si apre, altre che sono ancora visitabili (Coşkun Aşar) o che si sono chiuse di recente (Robert Doisneau e Aleksandr Rodčenko), altre ancora sono in cantiere: per confermare Senigallia come città della fotografia, è stata infatti organizzata la Biennale della Fotografia di Senigallia con due mostre prestigiose, curate dal francese Serge Plantureux, in programma per il 2019.
La prima, dedicata ai maestri della Scuola del Misa, sarà allestita a Palazzo del Duca e riguarda una serie di inediti di Giuseppe Cavalli, Mario Giacomelli e Ferruccio Ferroni provenienti dalle collezioni private degli eredi di questi ultimi due. Si tratta di scatti mai visti prima e selezionati per l’occasione proprio dallo stesso Plantureux.
La seconda delle due mostre sarà un racconto per immagini di popoli e terre lontane: allestita a Palazzetto Baviera, raccoglierà fotografie storiche risalenti al periodo compreso tra la metà dell’Ottocento e i primi del Novecento, tra cui le serie albanesi di Pietro Marubbi e quelle coloniali di Luigi Naretti. Inoltre, l’esposizione è completata da preziosi dagguerotipi, callotipi e modelli del conte Minutoli, oltre che da stampe europee di fine Ottocento.
Entrambe le esposizioni saranno inaugurate il prossimo 17 aprile e saranno visitabili fino al 2 giugno.