Senigallia

Dice al figlio “Papà è morto”, mamma condannata

Diciotto mesi e 20mila euro di risarcimento all'ex compagno è la pena decisa oggi dal giudice, al tribunale di Ancona, per una donna residente nel Senigalliese e accusata di sottrazione di minore. Avrebbe negato di far vedere il bambino al padre. La difesa ha annunciato che farà appello

tribunale di Ancona
Tribunale di Ancona

SENIGALLIA – Non fa vedere il figlio al padre e al bambino gli dice che l’uomo è morto. Mamma condannata a 18 mesi (pena sospesa) per sottrazione di minore. La donna dovrà pagare anche 20mila euro all’ex compagno, un 52enne, che si è costituito parte civile. Oggi la sentenza al tribunale di Ancona (giudice Paolo Giombetti) e alla quale la difesa ha già annunciato che farà appello.
La vicenda è quella di una coppia, dell’hinterland senigalliese, che è stata insieme pochi mesi. Dall’unione era nato un bambino, che oggi ha otto anni. Il padre però lo avrebbe riconosciuto solo dopo un test del dna. L’uomo ha iniziato quindi a vedere il figlio ma quando la mamma ha visto il piccolo turbato da quegli incontri si è rifiutata di portarlo a quelli successivi e il suo ex compagno, ad inizio 2017, l’ha denuncia per sottrazione di minore, facendola finire a processo.

A scatenare il senso di giustizia del padre sarebbe stata una frase che la donna avrebbe detto al bambino, come scusa sui mancati incontri con il genitore. «Papà è morto». A settembre era stato sentito l’uomo, un operaio. A novembre era toccato alla donna portare la propria testimonianza.

Una vicenda di conflitti tra ex. Fino a novembre 2016 il papà vedeva il bambino con degli incontri protetti, alla presenza anche degli assistenti sociali. La coppia aveva avuto una breve storia d’amore e quando è terminata la donna non sapeva di essere già incinta. Arrivata al quinto mese di gravidanza ha informato l’uomo che sosteneva di non essere il padre del bambino che portava in grembo. Poi è arrivata la richiesta del test del dna che hanno dato ragione alla madre. Il 52enne ha iniziato a vedere il figlio, in una situazione di alti e bassi per forti attriti tra i genitori. Durante un incontro congiunto la donna avrebbe visto il figlio turbato con il padre e avrebbe deciso così di non portarlo più agli incontri. È stata in questa fase che l’uomo l’ha denunciata. La tesi della difesa è quella che non c’è stata nessuna sottrazione di minore ma solo alcune assenze agli incontri. Respinta anche la frase sostenuta dal padre in udienza e relativa al fatto che la donna avrebbe detto al bambino che il papà era morto. L’imputata era difesa dall’avvocato Raffaele Dilillo, l’ex compagno era rappresentato dall’avvocato Emanuele Paladini.