SENIGALLIA – Mentre il centrodestra inizia a muoversi in vista delle elezioni comunali 2020, il centrosinistra cittadino è ancora fermo. Nessun incontro è stato ancora convocato, nemmeno tra gli organi direttivi del Partito Democratico, in attesa che si sciolgano altri nodi, su tutti quello nazionale del governo e a seguire quello provinciale con le elezioni del capoluogo dorico.
Nodi da cui potrebbero venire anche indicazioni importanti e che spingono per il momento il Pd e gli altri partiti di maggioranza a rimandare ogni riflessione sul tema delle elezioni che si terranno a Senigallia nella primavera del 2020. «Attendiamo prima la direzione nazionale di Roma del 19 maggio – spiega il segretario cittadino Giulio Donatiello – e poi seguiremo la vicenda delle elezioni di Ancona e dei comuni limitrofi» (Chiaravalle, Falconara Marittima, Ostra Vetere solo per citarne alcuni, Nda).
Solo allora sarà possibile avere un quadro più chiaro e incontrarsi per riflettere sul da farsi. Prima si terrà un incontro con i componenti della segreteria comunale e con i coordinatori dei circoli, poi la discussione verrà estesa all’assemblea degli iscritti.
«È ancora presto per parlare di candidati a sindaco del centrosinistra: il metodo che ho indicato come migliore e più rappresentativo è quello delle primarie. Certo è che se ci dovesse essere una forte convergenza su un personaggio di spessore, allora lo scenario potrebbe essere diverso. Ma al momento – conclude Donatiello – dobbiamo solo registrare che l’amministrazione comunale sta facendo molto bene ed è impegnata a concludere il mandato chiudendo tutte le questioni aperte del programma elettorale».
Di contro il centrodestra, dopo l’invito di Unione Civica e Forza Italia – assieme alle forze politiche di area libertaria, popolare e cattolica – di creare una coalizione forte in vista delle elezioni comunali che al momento viene identificata come Unione del Buon Governo 2020, sta riscontrando le prime difficoltà nel percorso appena intrapreso. Da un lato infatti, vi è il tentativo di scavalcare alcuni rappresentanti cittadini (in particolare Davide Da Ros e Marcello Liverani, rispettivamente coordinatori comunali di Lega e Fratelli d’Italia, Nda) per parlare direttamente con i vertici provinciali di tali partiti; dall’altro vi è la secca replica del carroccio e del partito della Meloni che riversano piena fiducia nei due riferimenti senigalliesi.
Fiducia che potrebbe al momento rappresentare un ostacolo alla costituzione di un nuovo polo di centrodestra completamente unito. «Ad oggi – si legge in una nota stampa – stante l’oggettivo atteggiamento di quotidiana e gratuita aggressione che i nostri gruppi consiliari ricevono da coloro che dovrebbero condividere un comune percorso per la costruzione di un’alternativa, nessuno di noi (Luigi Rebecchini, Alan Canestrari, Roberto Paradisi, Marta Torbidoni, Anna Maria Bernardini, Maurizio Mugianesi, Andrea Bacchiocchi, Mariangela Paradisi) ritiene che sia possibile colloquiare con alcuni rappresentanti locali di quei partiti. Tanto è vero che tutti i rappresentanti senigalliesi di Unione Civica, Forza Italia, Area cattolico popolare e area libertaria hanno sottoscritto un documento nel quale si ribadisce espressamente la volontà di aprire un dialogo per ora con i soli vertici provinciali e regionali».
Posizione che, piaccia o meno, non verrà modificata a meno che non cambierà l’atteggiamento indicato come aggressivo. Solo allora si potrà dialogare, anche se a denti stretti.