SENIGALLIA – Il vicesindaco Maurizio Memè esclude una sua candidatura a sindaco per le prossime elezioni comunali del 2020. Il suo nome è apparso in più di un’occasione tra quelli di coloro che avrebbero potuto ricoprire la carica di primo cittadino. E invece no: lo ha affermato lui stesso in una conferenza stampa convocata per dire che non si candiderà.
La ragione principale, oltre a motivazioni di natura personale, sta nel fatto che con i due mandati del sindaco Mangialardi, che scadranno appunto la prossima primavera, si chiude un ciclo, rappresentato dal progetto “La città di tutti”. Una serie di azioni – spiega – volte a ridisegnare la città, a garantire servizi a tutte le categorie, ad assicurare le migliori condizioni economiche possibili e il primato turistico in campo regionale, nonché riconoscibilità in ambito internazionale.
«Nel 2010 accettai con entusiasmo la sua proposta di entrare nella nuova giunta municipale – ha dichiarato il vicesindaco e assessore all’urbanistica Maurizio Memè – convinto della bontà del progetto sottopostomi, quello della “Città di Tutti”, e dall’idea di poter contribuire alla crescita della mia comunità, dedicandomi con passione, dedizione, onestà e spirito di sacrificio ai suoi bisogni. Questa straordinaria esperienza, al tempo stesso appagante e faticosa, deve terminare così come è iniziata, ovvero dentro il perimetro della proposta progettuale che in questi anni mi ha unito alla figura del sindaco Mangialardi. Questo legame, alimentato attraverso la condivisione totale delle prospettive principali che hanno costituito le fondamenta di quanto realizzato in questi due mandati, terminerà nel 2020, esaurendo così un’esperienza per me molto difficile da riprodurre».
Dunque si chiude un’era per Senigallia molto importante: dieci anni di mandato iniziati nel solco delle precedenti amministrazioni Angeloni e terminato – o quasi – nel rilancio della proposta di riqualificazione della città. Piazza Saffi, i giardini Catalani, piazza Garibaldi, i boschi urbani di Cesanella e Saline, la riqualificazione della Cesanella, delle aree ex Molino Tarsi ed ex Arena Italia: sono tanti i quartieri su cui Memè ha posto l’accento.
Così come sono tanti i progetti che hanno avuto difficoltà a partire o che si sono arenati del tutto: si pensi all’area cd. “della Penna”, alle aree ex Sacelit e Rossini. «Spero che i lavori per la rotatoria della Penna e del suo comparto possano partire entro questi pochi mesi che rimangono, e spero anche – aggiunge Memè – che spiace molto per via Rodi dove c’è una parte di edificio ma che dovrà essere completamente rivisto. Per quanto riguarda poi l’ex Sacelit una strada possibile perché l’area possa tornare appetibile sarebbe quella di spacchettarla, mentre sarà compito della prossima amministrazione trovare idee e risorse per palazzo Gherardi (l’ex sede del liceo classico , Ndr)».
«Non so che situazione politica potrebbe prospettarsi di qui ai prossimi mesi: io posso dire che non candidandomi e non volendo incarichi di rappresentanza, darò solo una mano con le mie competenze ed esperienze – conclude Memè – affinché il centrosinistra possa presentarsi alla scadenza elettorale del prossimo anno con una coalizione ancora una volta coesa e vincente. Potrebbe essere necessario pensare a delle primarie, ma bisogna vedere se si presenteranno più candidati». Cosa al momento solo vociferata ma non scontata. E sulla qualità dei singoli nomi, poi, si esprimeranno gli elettori.