SENIGALLIA – La forte erosione, le grosse tane di animali alla base degli argini, la mancata pulizia, il mancato raddrizzamento del fosso del Sambuco, la differente lavorazione tra i vari tratti in questione e una “dimenticanza” che interessa quasi tutta la sponda di sinistra. Sono questi i punti critici evidenziati dai residenti e dai commercianti dell’area Molino Marazzana, zona periferica ad appena 9 km dal centro storico di Senigallia.
È passato appena un anno dalla piena del fiume Misa del marzo 2018 che solo per poco non è esondato, rischiando di allagare tutta l’area dalla Cannella alla Marazzana e fino al Brugnetto e costringendo i residenti a evacuare le proprie abitazioni.
La stessa zona allagata il 2 marzo 2011: appena otto anni fa, ma sembra un’eternità. Eppure il rischio idrogeologico qui c’è ancora, e anche elevato nonostante alcuni interventi, effettuati per lo più in condizioni di emergenza.
Gli stessi residenti e commercianti della zona hanno segnalato più volte agli organi competenti tramite pec la situazione critica di alcuni tratti degli argini del fiume Misa e dei fossi affluenti, in particolare il fosso prati Baviera e il fosso Sambuco: situazioni di criticità che purtroppo non sono state ancora risolte.
«Ci sono due forti erosioni molto evidenti tuttora in atto – dice Stefano Mencarelli, residente della Marazzana che per ben cinque volte (e non è l’unico) ha avuto a che fare con l’acqua in casa o con grossi rischi per sé e per la propria famiglia – che mettono in serio pericolo la tenuta dell’argine. Tenuta a rischio anche per la presenza di alberature sopra gli argini: con l’erosione, possono crollare i vari alberi che di fatto rompono l’argine».
A questo c’è da aggiungere la presenza di numerose e grosse tane di animali – alcune tali da permettere il passaggio persino agli individui – proprio alla base degli argini della sponda sinistra del Misa.
«Il rischio è il sifonamento, quel fenomeno per cui l’acqua passa attraverso i buchi realizzati nell’argine dagli animali o anche solo per mancata manutenzione. Non stiamo parlando di buchi nella sommità dell’argine, quelli ormai non li segnaliamo nemmeno più, ma alla base per cui il cedimento può avvenire in qualsiasi momento».
Tra le questioni irrisolte che non fanno dormire sonni tranquilli agli abitanti c’è anche la situazione del fosso del Sambuco, che si immette nel fiume Misa praticamente controcorrente: «Da tempo – spiega ancora Mencarelli – c’è in progetto di intervenire per il suo raddrizzamento, ma a parte le dichiarazioni sulla stampa, qui non si è fatto nulla, eppure permetterebbe in caso di piena di evitare il rigurgito dell’acqua del fiume Misa all’interno del fosso. Insomma era una priorità, ma ancora non è stato nemmeno pulito dall’alluvione del 2014».