SENIGALLIA – «Siamo impauriti per i rischi che si corrono ogni volta che piove. Siamo arrabbiati per come viene gestita sia la manutenzione del fiume sia la fase di emergenza e in questi giorni ne abbiamo avuto l’ennesima prova. Siamo determinati ad andare fino in fondo e lo faremo con un esposto perché venga davvero messo in sicurezza l’argine, il fiume e così la vita di chi abita in quelle zone».
Sono queste le parole dell’avvocato referente per le Marche dell’Unione Nazionale Consumatori Corrado Canafoglia, e dei residenti della zona Molino Marazzana, già alluvionati quattro volte dal 1991 al 2014, che hanno vissuto una fase di vera emergenza tra sabato 3 e lunedì 5 marzo. Emergenza perché la pioggia battente e lo scioglimento della neve hanno mandato in tilt praticamente tutto il sistema idrografico senigalliese, dal fiume Misa al Cesano innalzatisi pericolosamente fino ai fossi stracolmi d’acqua e fango.
Il legale e i residenti, in una conferenza stampa molto partecipata, hanno ripercorso i fatti salienti, alcuni di loro rivivendo in pieno le drammatiche emozioni di quei momenti, quando sembrava che stesse davvero per esondare il fiume Misa ancora una volta a causa dello stato disastroso degli argini, a Molino Marazzana come al Vallone.
«Abbiamo tutte le date e gli orari di telefonate e messaggi tra i residenti della zona Molino Marazzana e i responsabili della Protezione Civile senigalliese, del Centro operativo comunale (Coc) e della Regione Marche da cui possiamo dire che se non fosse stato per Stefano Mencarelli e Matteo Montesi l’area in questione sarebbe stata esondata un’altra volta – afferma deciso l’avvocato Canafoglia – .Sono loro, assieme a Stefano Rossetti, che hanno avvertito Comune, Regione, Polizia Municipale e Vigili del fuoco dello stato critico dell’argine del fiume Misa all’altezza dell’innesto del fosso del Sambuco. Sono stati loro ad avvertire gli organi competenti e non il contrario. Una situazione assurda».
Il maltempo dei giorni scorsi ha fatto dunque vivere ore di ansia per i residenti di una delle zone più a rischio della città di Senigallia. Ma la gestione della fase di emergenza ha – secondo i residenti – complicato la situazione e di molto.
Innanzitutto, sostengono, non vi è stata chiarezza nelle informazioni date: nessuno sapeva di quello stato dell’argine e quando è stato chiamato il Coc vi era presente un operatore soltanto. Solo dopo la segnalazione dei residenti tramite pec e tramite la stampa è scattata la procedura di allerta prima e allarme poi, segno che quindi non è stata una segnalazione fasulla. A seguito di un sopralluogo sul posto, come richiesto con insistenza dai residenti, nessuna notizia è giunta dagli enti preposti ai cittadini (se non dopo la pubblicazione sui giornali) i quali si sono dovuti mobilitare in prima persona per far partire i lavori di somma urgenza che sono durati per circa 7 ore (tra le 13 e le 20 di lunedì 5 marzo).
A tutto ciò si è aggiunto poi il caos derivante dal peggioramento delle condizioni meteo che ha portato lunedì 5 il comune a invitare gli abitanti all’evacuazione, mentre da altri enti arrivavano notizie più disastrose. Evacuazione resa macchinosa dal fatto che gli organi preposti non sapevano chi dovesse essere evacuato prima perché non esiste una specie di anagrafica di dove abitano invalidi, anziani, bambini a cui va data la precedenza. E chi si è mosso recandosi alla scuola della Cannella consigliata come punto di ritrovo e accoglienza, l’ha trovata addirittura chiusa.
Un’esondazione quindi pericolosamente scampata all’insaputa di mezza città ignara dell’emergenza, mentre sui social qualcuno ha commentato sperando che certe zone venissero allagate per non avere l’acqua tra i piedi, segnando di fatto una spaccatura molto profonda tra alcuni cittadini. Questo è il quadro che i residenti dell’area Molino Marazzana dipingono di queste ultime giornate passate nella paura e nella confusione.
Da qui nascono delle domande: «È normale che il sistema di allerta si muova solo dopo che viene inviata da privati cittadini una diffida via pec, poi inviata anche ai giornali? È normale che da maggio 2014 ad oggi abbiamo avuto 8 rischi esondazione? È normale che dopo quasi 4 anni dobbiamo prendere atto che gli argini presentano ancora gravi criticità? Non erano stati rinforzati gli argini con dei lavori dopo l’alluvione? È normale che la foce del fiume presenti insabbiamenti che lo stesso Sindaco in una sua ordinanza definisce possibile causa di esondazioni e nessun Ente scavi il letto del fiume in quel punto?» Domanda a cui se ne aggiunge un’altra: «I responsabili del Coc – conclude Canafoglia che annuncia un esposto contro Regione Marche, Provincia di Ancona, Autorità di Bacino e che invita il sindaco Mangialardi a firmarlo – sabato 3, domenica 4 e lunedì 5 erano a Senigallia? Oppure erano da altre parti pur sapendo dell’allerta e dell’emergenza?».