SENIGALLIA – Di nuovo fermi i lavori in zona Penna. L’intervento urbanistico, che doveva portare una importante riqualificazione e altre opere pubbliche tra cui una rotatoria, è infatti stato sospeso temporaneamente per poter eseguire le verifiche archeologiche del sottosuolo e quelle relative all’eventuale presenza di residuati bellici. Un passaggio obbligato, ma comunque un’ulteriore interruzione a un progetto da svariati milioni di euro. I lavori, previsti inizialmente per l’inverno 2017, prevedono la riqualificazione di un’area ora in abbandono e degrado, proprio a ridosso del centro storico.
Tra le opere private si contano tre edifici residenziali lungo viale Leopardi, via Podesti e viale IV Novembre, con insediamenti commerciali al pian terreno; per quanto riguarda le opere pubbliche, una rotatoria, l’allungamento del sottopasso pedonale, nuovi marciapiedi, parcheggi e sottoservizi. I primi problemi sorsero con la scoperta che la bonifica del sito, dove sorgeva un ex deposito di carburanti per le forniture domestiche, sarebbe venuta a costare molto più di quanto preventivato. Dopo un nuovo accordo, si è potuti proseguire.; ora l’ennesima interruzione dei lavori.
L’allarme è stato lanciato da un consigliere comunale, Gennaro Campanile, che chiede informazioni all’amministrazione comunale sia sullo stato del progetto (che riguarda però soggetti privati anche se sarà l’intera città a fruire poi degli oneri di urbanizzazione), sia sul nuovo arresto del cantiere. «Durante gli scavi per la realizzazione degli appartamenti previsti dalla riqualificazione della zona sono venuti alla luce resti di tombe antiche e mura storiche» spiega il capogruppo di Amo Senigallia. Se da un lato è una buona notizia per comprendere sempre meglio la storia della città, dall’altro ha un chiaro impatto sui lavori. «Se, come è più che possibile, i ritrovamenti saranno significativi, è probabile che occorrerà procedere ad un adattamento della progettazione immobiliare. Tutto questo comporterà tempi lunghi e l’allontanamento della rotatoria è nei fatti». Da qui la riflessione sul fatto che non sia più «accettabile che un’opera pubblica di grande importanza dipenda dagli oneri di urbanizzazione. Occorre perciò che la realizzazione della rotatoria sia svincolata dalla costruzione diretta degli appartamenti o con una anticipazione degli stessi (come avvenuto per Piazza Garibaldi) oppure modificando le priorità dell’utilizzo dei fondi che, grazie a diversi fattori tra cui il PNRR europeo, sono disponibili».
Ipotesi però che non convince l’amministrazione Olivetti. Inevitabilmente i ritrovamenti – a cui devono però ancora seguire vari accertamenti – andranno a incidere sui tempi di realizzazione del progetto, ma il Comune è alle prese con gli aumenti dei costi: dall’illuminazione pubblica al gas per il riscaldamento di scuole, uffici e impianti sportivi, senza contare i rincari in alcuni comparti, come l’edilizia: con le spese preventivate ormai anni fa, ci si riuscirà a costruire una rotatoria domani? L’amministrazione comunale dunque sembra non essere in grado di poter anticipare le somme necessarie, né sembra intenzionata a forzare per uno scorporamento dei vari interventi urbanistici per velocizzare i lavori pubblici.