Senigallia

Senigallia, l’impegno dell’Arma: «Volevamo aiutare le persone, ma abbiamo trovato la morte»

Sessanta i carabinieri impegnati nell'emergenza al fianco delle altre forze di polizia e forze armate. La priorità è trovare i dispersi

SENIGALLIA – Hanno presidiato le strade, tratto in salvo delle persone, cercato i dispersi combattendo contro il tempo, il fango, la paura. Sono uomini, donne, sono padri, madri, figli. Sono genitori a loro volta, alcuni anche giovani alla prima esperienza con la divisa addosso. E andando incontro alla loro missione si sono trovati di fronte la devastazione, la morte. L’Arma dei Carabinieri, con la capillarità delle sue Stazioni dislocate anche nei piccoli centri dell’hinterland, è subito scesa in strada per l’emergenza maltempo che ha messo in ginocchio la nostra regione. Fin dalle prime ore della notte, quando la pioggia incessante lasciava presagire problemi, i militari hanno perlustrato le strade, cercando di portare aiuto. Laddove le strade erano ostruite, i ponti crollati, le auto spazzate via. Poi col passare delle ore, la furia della natura si è mostrata in tutta la sua crudeltà: con devastazioni, morti, dispersi, feriti. E sfollati, almeno 150. Il fiume Misa, in piena, si è portato via tutto. Macchine, furgoni, alberi, ponti. E vite umane.

Sono 60 i militari della Compagnia di Senigallia impegnati fin dalla notte a gestire l’emergenza: insieme alle altre forze di polizia, forze armate, soccorritori e volontari. «Tutte le forze a disposizione con ogni mezzo sono state messe in campo per questa emergenza senza pari – dice il Comandante della Compagnia Capitano Francesca Romana Ruberto, molto provata così come i suoi carabinieri – ci siamo concentrati sulle ricerche dei dispersi e per portare aiuto alle persone in difficoltà. Un lavoro incessante, su tutto il territorio, specie nelle zone maggiormente colpite».

I carabinieri stanno perlustrando le zone invase dal fango e sono alla ricerca dei dispersi

L’intervento dei militari è servito a salvare delle vite: persone rimaste intrappolate nelle auto e trascinate via dall’ondata di fango, altre arrampicate su alberi, tetti e cancelli per scampare alla furia del maltempo. E gli anziani, tanti, che sorpresi dalla piena entrata violentemente nelle case al pianterreno, li ha travolti imprigionandoli. Rischiando e a volte anche riuscendo a ucciderli. «Abbiamo aiutato delle persone ma ..abbiamo anche trovato la morte. Questa tragedia ci ha fatto contare finora 10 vittime, i nostri militari hanno coadiuvato le squadre dei soccorritori per recuperare i corpi. Uno strazio». Ora tutte le risorse si stanno concentrando sulle ricerche dei dispersi: mancano ancora all’appello il piccolo Mattia, 8 anni figlio della farmacista Silvia Mereu che è stata salvata, la 17enne Noemi Bartolucci e la sua mamma Brunella Chiu (56). Sono tutti di Barbara, una delle zone più colpite dal disastro. Le ricerche vanno avanti, il lavoro incessante come un turno infinito perché trovare i dispersi adesso è l’urgenza, in una lotta contro il tempo e il meteo che minaccia un ulteriore aggravamento nelle prossime ore. La paura cresce, psicologicamente è più devastante della fatica. I Carabinieri stanno continuando le ricerche, insieme alla Protezione civile, ai Vigili del fuoco, alla Polizia di Stato, Guardia di Finanza e Carabinieri Forestali. Tutti in campo con ogni mezzo, da cielo, terra e mare. Con pattuglie e squadre speciali. Con coraggio, fede e tantissimo sacrificio.