Senigallia

Imprese artigiane del senigalliese e della vallata: meno tasse e burocrazia per far volare il territorio

Intervista a Giacomo Cicconi Massi, segretario Confartigianato di Senigallia sull'attuale condizione degli artigiani locali

Giacomo Cicconi Massi
Giacomo Cicconi Massi

SENIGALLIA – Crisi economica, il peggio è passato. Verrebbe da dire così ma se parlare di ripresa è doveroso, essere contenti di ciò che avviene nelle Marche e nel territorio senigalliese è ancora poco fattibile. Si perché la situazione locale per le imprese artigiane è ancora di difficoltà e la tanto annunciata ripresa sembra una condizione più per alcune realtà del nord Italia che per le aziende senigalliesi, della provincia e della regione.

È la sintesi che fa Giacomo Cicconi Massi, responsabile di zona della Confartigianato, che mette in luce un calo, seppure di modesta entità, tra le aziende artigiane, costrette ancora a chiudere per la lentezza di questa ripartenza economica. Da circa 2.350 imprese artigiane presenti a settembre 2016 nella zona della valle del Misa e Nevola, si è scesi a 2.339 nel III trimestre del 2017. Un calo di 11 realtà produttive, spesso imprese storiche di un territorio che si impoverisce sempre più.

«Le Marche sono ancora abbastanza ferme rispetto al nord Italia, e tra gli ostacoli per le imprese troviamo proprio le infrastrutture, come le strade o la rete internet in banda larga ancora – a 2017 ormai concluso – non disponibile a tutti. Certo in passato ci sono stati cali più netti ma già l’anno scorso c’erano dati migliori per le imprese, segno che ancora siamo altalenanti nell’ambito locale».

È vero, bisogna comunicare positività. Il territorio vive e si sente che c’è voglia di ripartire ma siamo ancora troppo lontani e fermi nei confronti di chi ci precede: lo vediamo praticamente accelerare e correre via rispetto alle imprese locali attanagliate da una tassazione che supera il 60%, quasi 61%.

Un’occasione da non perdere, secondo la Confartigianato, è quella che arriverà dall’unione dei Comuni. Se la legge di bilancio nazionale e regionale danno degli input al mondo economico in genere, sia esso produttivo o commerciale, altre opportunità potranno arrivare dal nuovo ente che si creerà a partire dalla primavera 2018.
«Le funzioni dei comuni devono essere unite, quella è strada giusta – commenta Cicconi Massi – quella che guarda a uno sviluppo d’insieme, in ottica territoriale. Ovviamente il turismo in tutte le sue declinazioni (balneare, culturale, sportivo, esperienziale) può essere il traino per una zona che punta alla valorizzazione delle sue peculiarità: non parliamo solo di prodotti enogastronomici, ma di artigianato, del saper fare, dei materiali di prima qualità, del vero “made in Italy” e “made in Marche”. Ecco perché insieme si può vincere la sfida di superare la crisi».
Cicconi Massi va anche oltre: non solo si deve procedere insieme ma si deve anche promuovere un brand. L’enorme patrimonio artistico e culturale, la produzione enogastronomica, le risorse territoriali che abbiamo devono essere promosse con la stessa forza con cui si “spinge” il Summer Jamboree, comunicandolo e valorizzandolo tramite programmi comuni. Insomma da soli non si va da nessuna parte.

Ovviamente devono calare le tasse o sarà praticamente vano qualsiasi sforzo degli imprenditori. Così come la burocrazia, assolutamente da snellire perché si traduce in freni per le imprese. Un esempio è la destagionalizzazione che a Senigallia si voleva introdurre con le possibilità ai titolari degli stabilimenti balneari ma i troppi paletti hanno per il momento bloccato ogni iniziativa. «Sul tema del lungomare d’inverno, ci siamo adoperati tanto assicura il responsabile Confartigianato Senigallia: vogliamo allungare la stagione ma dobbiamo muovere i primi passi, perlomeno sul confronto e sul piano normativo. Per far volare le imprese non servono gabbie». Nemmeno al territorio di Senigallia.