Senigallia

Dopo l’incendio scatta il sequestro dell’ex discoteca Shalimar a Senigallia

Spente le fiamme che hanno distrutto uno dei cinque locali, quello adibito a ristorante. Messi i sigilli all'area per poter completare le indagini e risalire alle cause del rogo

Sigilli all’ex discoteca Shalimar di Senigallia
Sigilli all’ex discoteca Shalimar di Senigallia

SENIGALLIA – Posta sotto sequestro l’ex discoteca Shalimar, andata a fuoco nel pomeriggio di sabato 29 gennaio per cause ancora da chiarire. Ci penseranno le indagini del Commissariato cittadino coordinate dalla Procura di Ancona a fare luce su ciò che ha innescato il grosso incendio in via Berardinelli, divampato poco dopo le ore 16. Per il momento non è esclusa alcuna ipotesi.

Le fiamme sono divampate alte, precedute da una colonna di fumo nero denso che ha destato l’allarme tra i pochi residenti della zona collinare, situata tra l’autostrada A14 e la frazione di Scapezzano; in poco tempo si è resa visibile da molte parti della città. A fuoco, causando danni per varie decine di migliaia di euro, è andata la porzione di struttura adibita a ristorante, il nucleo che dagli anni ‘60 era attivo e noto come Covo Nord Est. Negli anni ’80 il cambio di nome e l’allargamento fino a comprendere cinque locali per un’estensione di 3.670 metri quadri di superficie, con tanto di piscina, giardino e piste da ballo all’aperto e vista sulla città di Senigallia e sul mare Adriatico.

Non appena il rogo è stato domato dalle squadre di vigili del fuoco del distaccamento cittadino, di Arcevia e di Ancona e l’edificio è stato considerato non pericolante, sono stati effettuati i primi accertamenti e sopralluoghi ma altri ne seguiranno per comprendere quale possa essere stata la causa che ha dato origine all’incendio. Al momento non sembra siano state rinvenute tracce di innesco o di sostanze acceleranti ma le indagini sono in corso e vige il massimo riserbo sulla questione.

Il bene immobile era chiuso dal 2008 e le utenze erano staccate. Nel 2013 era poi iniziata la serie di aste andate sempre deserte, sia quando il prezzo – inizialmente fissato in quasi 6 milioni di euro – era alto, sia negli anni successivi quando è pian piano sceso a suon di milioni. L’ultimo capitolo si sarebbe dovuto tenere il prossimo 22 marzo, con un nuovo procedimento che vede il prezzo base sceso a poco più di un milione e offerta minima fissata a quasi 800mila euro. Annuncio per ora non sospeso né annullato.