SENIGALLIA – La città murata è un bene culturale da conoscere e da valorizzare. Lo sostiene Italia Nostra che torna a proporre una nuova iniziativa sul tema delle mura storiche. Venerdì 3 novembre, alle ore 17 nella sala conferenze della biblioteca comunale Antonelliana, si potrà affrontare di nuovo questo argomento grazie alla ricerca svolta da un neo laureato in architettura, Marco Mesturini.
Come conclusione dei suoi studi universitari ha elaborato delle tavole illustrative sull’evoluzione dell’impianto e sullo stato di conservazione attuale delle mura, in grado di offrire una agevole conoscenza della storia urbanistica della città.
All’incontro parteciperanno Virginio Villani, presidente della sezione senigalliese di Italia Nostra, Giuseppe Lepore dell’Università di Bologna che si soffermerà sulla città romana, Marco Mesturini che illustrerà con i suoi disegni l’evoluzione della città murata antica e moderna, e infine Vania Curzi, ex assessore e architetto nonché coautrice del Piano delle Mura, che si soffermerà sulle ipotesi di valorizzazione delle mura storiche.
«Nonostante le molteplici sollecitazioni e iniziative messe in campo in questi anni e nonostante l’esistenza di un piano elaborato da un gruppo di architetti qualificati – spiega il prof. Virginio Villani – l’attenzione e l’interesse su questo tema non hanno dato ancora alcun esito operativo; questo importante manufatto rappresenta un tratto identitario della città ma resta in gran parte poco visibile e addirittura poco noto ai cittadini».
Le mura storiche hanno potenzialità enormi in termini di valore storico e di turismo, soprattutto se si accentua il riferimento ai Della Rovere e alle corti rinascimentali: nel caso di Senigallia si nota subito e bene l’armonia geometrica del famoso pentagono, tanto che dà un preciso valore anche simbolico e ideologico per l’identità storica della città, tanto da far coniare l’espressione “città pentagonale”.
«Di questa però sono in pochi cittadini e visitatori ad averne chiara percezione, perché nascosta e mimetizzata da edifici posteriori e spesso anche da vegetazione impropria e invasiva, come per esempio, Porta Lambertina».