SENIGALLIA – Non è conclusa la pandemia, anzi, forse è ancora più nel vivo dei contagi pur se ha rallentato il suo trend in Italia, ma il Gruppo Società e Ambiente torna a parlare di inquinamento, altro pericolo per la salute umana. In tempo di lockdown i livelli di inquinamento sono calati notevolmente, mentre con la riapertura delle attività, con la ripresa delle auto, moto e scooter (il cui aumento nell’utilizzo è tipico d’estate) è tornata a salire anche l’asticella delle polveri sottili.
Il Gsa torna a sottolineare il «nesso tra l’inquinamento da polveri sottili (PM 10 e PM 2,5) e i decessi per malattie respiratorie e polmonari: tra gli agenti inquinanti di origine antropica ritroviamo varie sostanze, ma soprattutto particolato atmosferico (PM): comprende un insieme vario di molecole che rimangono sospese nell’aria anche per diverse settimane e vengono trasportate a centinaia di km. Derivano dalle emissioni industriali, dal riscaldamento domestico, dai mezzi di trasporto. Queste sostanze possono avere varia grandezza, ma tra le più dannose ritroviamo le particelle ultrafini (PM 2,5) in quanto penetrano nel tessuto polmonare causando danni in profondità».
Il Gruppo Società e Ambiente ha approfondito questo tema con uno studio condotto dalla dottoressa Sara Laghetti, grazie ad una convenzione con l’Università Politecnica delle Marche. Oltre allo studio delle cause dell’inquinamento, Laghetti si è soffermata anche sulle possibili forme di prevenzione e abbattimento delle polveri sottili: tra queste forme preventive ci sono gli alberi.
La loro capacità di assorbire le particelle inquinanti dall’atmosfera, in particolare anidride carbonica (ma in generale di contrastare la diffusione delle polveri) e di rilasciare ossigeno, fondamentale per la vita dell’uomo è solo uno dei benefici che le piante apportano alla nostra vita quotidiana. C’è anche un dimostrato apporto sulla temperatura grazie alla traspirazione, sulla mitigazione acustica, sulla conservazione della biodiversità e sui benefici psico-fisici in relazione alla qualità della vita dell’uomo.
Lo studio verrà presentato ufficialmente domenica 4 ottobre, nell’ambito della iniziativa “Urban Nature 2020” promossa dal Wwf e a cui anche il Gsa di Senigallia ha aderito, come altre federate Pro Natura. Ma oltre a ciò il gruppo società e ambiente locale rinnova l’appello agli amministratori – ancora più forte in vista delle prossime elezioni di settembre – a fare attenzione al «tipo di albero e vegetale più adatto ad un determinato ambiente in base all’architettura della pianta e dell’ambiente circostante, prendendo in considerazione anche le criticità come il potenziale allergenico. Gli alberi, per svolgere questa importante funzione, devono essere posti nei luoghi dove l’inquinamento si forma e crea danni alla salute, come per esempio nelle aree urbane e ai lati delle strade trafficate, e devono avere dimensioni e vitalità adatte».