Senigallia

Lavoro e dignità umana: «Dobbiamo creare una rete sana per una conversione culturale»

Il vescovo Manenti sabato 28 aprile sarà a colloquio con gli amministratori del territorio diocesano per creare una rete sana che possa favorire uno sviluppo culturale sulle tematiche della sicurezza e della dignità dell'impiego

Il vescovo di Senigallia Francesco Manenti
Il vescovo di Senigallia Francesco Manenti

SENIGALLIA – Sarà il mondo del lavoro l’oggetto dell’incontro voluto dalla diocesi con gli amministratori locali. L’appuntamento del vescovo Franco Manenti con i rappresentanti delle amministrazioni comunali e le persone impegnate in politica nel territorio della diocesi di Senigallia si terrà sabato 28 aprile, alle ore 10, nei locali della parrocchia di Cesanella, in via Guercino.

L’iniziativa diocesana è voluta in occasione della festa di San Paolino da Nola, patrono della città e della diocesi, che in una sua lettera esortava i cittadini a comportarsi da fratelli.
«La passione di San Paolino per l’amicizia è invito anche per noi a costruire le nostre città con il criterio della giustizia illuminata dalla carità». Carità intesa non solo come elemosina ai poveri, ma come direzione da intraprendere per le varie iniziative: il lavoro, quindi, non solo come concessione ma come strumento di realizzazione della persona, nella dignità e nella giustizia.

Tante le tematiche che verranno citate nell’incontro tra il vescovo Manenti e gli amministratori dei comuni della diocesi di Senigallia: il rapporto tra giovani e lavoro, l’impiego delle donne, l’occupazione e la cura della casa comune, i rischi causati spesso da investimenti senza progettualità e finanza senza responsabilità, efficienza tecnica senza coscienza.

Tanti spunti su cui riflettere e far riflettere per quella che potrebbe definirsi una vera “conversione culturale” che può essere declinata in più tematiche per arrivare alla teoria del bisogno di umanizzare il lavoro e per «passare quindi da un’economia della sussistenza, come fabbricazione e sfruttamento, ad un’economia dell’esistenza, produttrice, cioè, di saper-vivere e di saper-fare».