SENIGALLIA – Se gli interventi delle istituzioni sul fiume Misa non bastano a mitigare il rischio alluvione, allora ci penserà San Giovanni Nepomuceno, patrono invocato contro le alluvioni. Una sua effigie è infatti comparsa su uno degli alberi nei pressi del fiume in zona Marazzana.
A invocare la sua protezione – dopo tutte le vicende legate all’alluvione del 2014 e gli eventi che si sono “rischiati” da allora – non sono solo i residenti della zona periferica di Senigallia: anche dalle istituzioni qualcuno si è lasciato sfuggire uno sguardo o una preghiera verso l’alto.
Non sono mai mancati i riferimenti religiosi in prossimità di eventi calamitosi. «A novembre 2014 – ricorda un alluvionato senigalliese, Stefano Mencarelli – i quotidiani parlavano del suggestivo e curioso gesto di don Evandro Gherardi, parroco di Brescello, che, come il don Camillo di Guareschi, aveva organizzato una processione fino al Po per chiedere la protezione contro il maltempo. Il 22 giugno 2018, poi, il nuovo ponte sull’autostrada A14 nei pressi di Castelfidardo che sostituiva quello crollato a marzo provocando due vittime venne inaugurato con la benedizione “Preghiamo oggi per gli operai, i tecnici e tutti coloro che beneficeranno dell’opera” di don Bruno Bottaluscio.
Pochi giorni fa, invece, durante una riunione sul fiume Misa, mentre il sindaco Mangialardi riportava alla memoria i momenti di apprensione vissuti nella sala del COC a Senigallia quando a marzo si sono rotti due argini, l’assessore regionale Sciapichetti ha affermato: «Pregavamo Dio e la Madonna che non piovesse più”».
«È proprio da questa affermazione che si è pensato di benedire il nuovo argine alla Marazzana e affidare quest’opera realizzata da mano d’uomo all’intercessione di un santo patrono delle alluvioni, San Giovanni Nepomuceno appunto – continua Mencarelli, per conto delle famiglie ed attività che sono presenti alla Marazzana -. Il suo culto dovrebbe tornare in auge, visti i sempre maggiori rischi di alluvioni ed esondazioni che minacciano il nostro territorio e che non ci fanno dormire sonni tranquilli ogni volta che piove!».
Una trovata goliardica quella messa a punto da alcuni residenti della zona, per sollevare la questione dei lavori che si stanno effettuando sugli argini del fiume Misa per ripristinare la sicurezza in caso di piena, finora sbandierata nonostante si sia intervenuti più volte in emergenza e nonostante si sia reso necessario investire – come promesso da Sciapichetti – ben 18 milioni di euro per mitigare il rischio idrogeologico a Senigallia.