Senigallia

Marco Petrucci firma il singolo e altri tre brani del nuovo album dei Nomadi

Il 44enne di Senigallia è autore dei testi per la band emiliana fin dal 1994: sale con quest'ultimo lavoro a tredici il conteggio dei brani che ha prodotto per loro

A sinistra Francesco Ferrandi, in basso Marco Petrucci e a destra Beppe Carletti
A sinistra Francesco Ferrandi, in basso Marco Petrucci e a destra Beppe Carletti

SENIGALLIA – È di Senigallia, ha 44 anni e da tempo collabora con i Nomadi: ha all’attivo numerosi testi poi divenuti canzoni della formazione emiliana di Beppe Carletti che si appresta a varare l’ultimo lavoro in studio. Parliamo del cantautore Marco Petrucci che firma – assieme a un altro senigalliese (di adozione), Francesco Ferrandi – ben quattro brani del prossimo album, “Nomadi Dentro”, in uscita il 27 ottobre. Tra questi anche il singolo “Decadanza” che sarà in rotazione sulle radio e nei digital stores da venerdì 6 ottobre.

Da quanto va avanti la collaborazione tra Marco Petrucci e i Nomadi?
«Ormai dal 1994: io ero un fan della band e mi sono inorgoglito quando sono riuscito a proporgli un pezzo mio, poi divenuto il brano “In Favelas” eseguito dai Nomadi con gli Inti Illimani. Io mi riconoscevo nelle loro canzoni e col tempo è avvenuto anche il contrario, tanto che sono arrivate altre otto canzoni. E ora questi ultimi quattro brani di prossima uscita, a fianco ai testi composti anche da Francesco Guccini e da Alberto Salerno, già autore di “Io Vagabondo”».

Marco Petrucci
Marco Petrucci

Che pezzi si devono aspettare i fan dei Nomadi? Di cosa parlano le tue canzoni?
«Mentre Francesco (Ferrandi, Ndr) si occupa delle musiche, io mi dedico dei testi, che sono spesso personali o partono da spunti di vita vissuta in prima persona. Il singolo “Decadanza” è una ballata che sfrutta il gioco di parole per parlare del decadimento attuale, sia nei costumi che nei modi delle persone. Gli altri brani parlano del viaggio come metafora della vita, d’amore, della scoperta e del bello che c’è intorno a noi».

Com’è nato quest’ultimo lavoro?
«Diciamo che è nato a fine estate del 2016, quando ho ripreso in mano due pezzi che avevo già scritto, li ho un po’ cambiati e riadattati. Poi insieme a Francesco “Freccia” Ferrandi ne abbiamo creati altri due. Non sapevamo né avremmo mai immaginato che i Nomadi potessero scegliere ben quattro nostre proposte: decisamente è stata una bella sorpresa. Tra l’altro questo è il primo disco con la voce del nuovo cantante della band Yuri Cilloni, quindi il singolo sarà un bel banco di prova».