Senigallia

Senigallia mobilitata per gli aiuti alla popolazione dell’Ucraina

Tanti cittadini stanno contribuendo alle raccolte fondi, medicinali, vestiti e cibo per dare sollievo a chi da giorni vive nel terrore e al gelo. Previsti incontri con Diocesi, Caritas e Comune

Una parte degli aiuti per la popolazione dell'Ucraina raccolti a Senigallia
Una parte degli aiuti per la popolazione dell'Ucraina raccolti a Senigallia

SENIGALLIA – La città si è mobilitata per far arrivare quanti più aiuti possibile alla popolazione ucraina martoriata dall’invasione russa. Sono numerose le iniziative che sono state organizzate per raccogliere fondi economici, medicinali, cibo, coperte e vestiti e cercare così di alleviare le sofferenze di un intero paese accerchiato dalle milizie di Putin. Alla parrocchia di San Martino, in pieno centro storico, sono attivi i volontari della comunità ucraina senigalliese che hanno già fatto partire un primo carico di aiuti, mentre sono in corso anche colloqui istituzionali per ampliare la mobilitazione e ottimizzare gli sforzi.

«Abbiamo prima creato delle chat tra gli ucraini che vivono a Senigallia e dintorni – ci spiega Olena, da 27 anni in Italia e oggi referente per la spiaggia di velluto e la zona valliva – e siamo riusciti a contattare circa 200 persone. Molte di queste, come me, vivono da tanti anni a Senigallia o nei comuni qui vicino e hanno già figli nati qui in Italia; altri sono arrivati da poco con i ricongiungimenti familiari, ma tutti abbiamo parenti, cugini e amici che sono rimasti in Ucraina, perciò tutti sono mobilitati. In realtà lo siamo da tempo perché la Comunità ucraina delle Marche già dal 2014 sta aiutando la nostra popolazione e i nostri militari contro i gruppi di separatisti che si sono insediati nel Donbass e nelle aree orientali». 

Questa guerra non nasce oggi, infatti, anzi, capirne l’origine significa fare un salto nel passato dell’Unione sovietica e non è semplice, per coloro che non hanno seguito con attenzione le vicende almeno degli ultimi decenni. «Di certo ci sono ragioni storiche importanti – spiega ancora Olena, tra un pacco di aiuti da sistemare e il suo lavoro (in passato ha fatto da interprete per le imprese proprio per la federazione russa – perché in passato molti paesi erano parte dell’Urss e oggi c’è un disegno ben preciso di volerli inglobare nuovamente». Ma sotto ci sono anche motivazioni economiche, forse molto più importanti: paesi come l’Ucraina sono molto ricchi di materie prime e risorse del sottosuolo. In mezzo, c’è tanta propaganda: «Ho una mia amica nata a Kiev e che oggi abita a Saratov, in Russia, che non crede alla guerra: pensa che ci siano solo esercitazioni militari perché così dice la tv di stato russa e che i combattimenti siano solo dovuti a questioni interne all’Ucraina».

Senigallia, il punto di raccolta degli aiuti per la popolazione dell'Ucraina alla parrocchia San Martino
Senigallia, il punto di raccolta degli aiuti per la popolazione dell’Ucraina alla parrocchia San Martino

Qui dall’Italia nel frattempo si sono stretti ancora di più i rapporti con i vari gruppi di cittadini ucraini che sono espatriati: «Siamo in stretto contatto con i volontari di Brescia, Roma, Milano, Napoli, Ravenna, siamo tutti collegati tra noi e con il consolato ucraino a Roma; ci coordiniamo per capire cosa serve e ci siamo immediatamente attivati». Un primo carico di medicinali e kit di primo soccorso è già partito, ma un altro è già in fase di organizzazione per prestare il massimo aiuto alla popolazione resistente. Ovviamente medicine come antidolorifici, antinfiammatori, antibiotici e materiali come garze, bende, siringhe sono assolutamente necessari, ma servono anche «cibo inscatolato e pronto da mangiare perché non ci sono cucine», così come «vestiti invernali, giacconi, scarponi, coperte, sciarpe, guanti»: lì d’inverno la temperatura arriva ben al di sotto dello zero. La raccolta fondi e di materiali è in corso tutti i giorni presso la palestra della parrocchia di San Martino, in via F.lli Bandiera, a Senigallia. 

La rotonda di Senigallia illuminata coi colori della bandiera dell'Ucraina
La rotonda di Senigallia illuminata coi colori della bandiera dell’Ucraina

Intanto si muovono anche le istituzioni: oggi è previsto un incontro con la Diocesi senigalliese, a cui parteciperà lo stesso vescovo Franco Manenti, e con la Caritas, ma ci sono contatti anche con altre associazioni cittadine per poter fare ognuno la sua parte. Per domani, 2 marzo, è stato organizzato un incontro in Comune. L’amministrazione comunale, dal canto suo, ha fatto sapere tramite il sindaco Olivetti di essersi mobilitata «proprio per capire come aiutare la comunità ucraina senigalliese, ne abbiamo parlato anche nella riunione di giunta dell’Unione dei comuni “Le terre della marca senone” per chiarire meglio gli aspetti tecnici e burocratici, mentre siamo in attesa delle disposizioni della Prefettura per l’accoglienza dei rifugiati. A livello simbolico, illumineremo un monumento, la rotonda, con i colori della bandiera ucraina e faremo altre iniziative cercando di coinvolgere la scuola di pace locale».