Senigallia

Museo e conservatorio: le proposte per palazzo Gherardi

L’edificio di Senigallia è nel completo abbandono. Eliminata da anni la prospettiva immobiliare, oggi vi sono conservati i reperti e gli strumenti, alcuni di valore storico, altri ancora oggi utilizzabili, dovranno essere oggetto di un progetto di valorizzazione museale

SENIGALLIA – Il recente episodio avvenuto a palazzo Gherardi ha riacceso il dibattito su uno degli edifici più noti e imponenti del centro storico di Senigallia. E ha fatto tornare alla luce alcune proposte di riqualificazione che negli anni si erano susseguite.

Fino al 2001 palazzo Gherardi ospitò il liceo classico G.Perticari, poi trasferito nell’attuale sede di via Rossini a seguito del crollo di una porzione dell’intonaco nei locali allora adibiti a biblioteca comunale. L’edificio era un lascito alla città del conte Adolfo Gherardi-Benigni di Montenovo di cui il Comune di Senigallia entrò in possesso nella seconda metà dell’800. Negli anni divenne il lussuoso Albergo Roma e solo poco prima della seconda guerra mondiale divenne la sede del liceo, andando a soddisfare così le condizioni del lascito di Gherardi.

Oggi però l’edificio che si affaccia sul fiume Misa è nel completo abbandono: tolto il liceo dal secondo piano (dove nei primi anni duemila furono persino rubati i quadri che abbellivano le sale e i corridoi del palazzo Gherardi) e la biblioteca dal primo, oggi vi sono conservati i reperti e gli strumenti di quel Gabinetto scientifico, oggetto dell’ispezione voluta dai tre consiglieri di Unione Civica e Forza Italia. Gli stessi reperti, alcuni di interesse e valore storico altri ancora oggi utilizzabili, dovranno essere oggetto di un restauro conservativo e di un progetto di valorizzazione museale, di cui però si parla da tempo, senza che effettivamente si sia mai passati ai fatti.

Con la crisi economica e la brusca frenata degli investimenti nel mattone, venne eliminata anche la prospettiva di rivalutazione immobiliare per appartamenti di pregio che aveva preso campo fino al 2010.

Come salvare quindi palazzo Gherardi? Tra le proposte, oltre a quella di farlo divenire un museo intitolato a Mario Giacomelli (ipotesi poi scemata perché la stessa strada verrà percorsa per l’edificio che ospita ora il Musinf), c’è quella di farlo divenire un conservatorio.

L’idea trae origine dal fatto che nei primi del ‘900 l’allora Albergo Roma ospitò il compositore Pietro Mascagni, in città per rappresentare una sua opera alla Fenice e dalla rinomata anima concertistica propria del teatro già da prima dell’incendio che lo distrusse completamente nel 1838. Un restauro conservativo – ha proposto Gaspare Battistuzzo Cremonini, Unione Monarchica Italiana – che permetterebbe da un lato di tenere fede alla volontà di Gherardi di mettere il palazzo a disposizione dei “giovani poveri della città”, e dall’altro di sfruttare le aule già esistenti evitando che possa essere riproposta la speculazione edilizia osteggiata da tanti esponenti politici negli anni.