Senigallia

Senigallia, palazzo Gherardi tra i “Luoghi del Cuore” Fai, ma la proposta non convince

Il Fondo ambiente locale invita i senigalliesi a votare lo storico edificio con la campagna nazionale per un suo recupero come museo, ma c'è chi dice no: Battistuzzo Cremonini propone un conservatorio in linea con il lascito testamentario o un'università del turismo

Palazzo Gherardi a Senigallia, ex sede sopra i Portici Ercolani del liceo classico Perticari e della biblioteca Antonelliana
Palazzo Gherardi a Senigallia, ex sede sopra i Portici Ercolani del liceo classico Perticari e della biblioteca Antonelliana

SENIGALLIA – Palazzo Gherardi, ex sede del liceo classico Perticari di Senigallia, votato tra “I luoghi del cuore”. La proposta arriva dal gruppo Fai cittadino che invita tutti coloro che hanno in qualche modo un legame con lo storico edificio a partecipare alla campagna nazionale per “salvarlo”. Bene da tempo in abbandono e, soprattutto, senza risorse e progetti concreti per recuperarlo e valorizzarlo, palazzo Gherardi fa parte di un lascito alla città da parte del contino Adolfo Gherardi di Montenovo, morto nel 1870, con lo scopo di utilizzarlo per l’istruzione dei giovani più poveri. 

Da allora il municipio di Senigallia prima lo cedette a un privato che vi gestì lo storico albergo Roma durante le prime stagioni turistiche e balneari nonché durante il periodo della fiera franca; poi ospitò le aule dello storico regio liceo classico ‘G. Perticari’ e, nel piano mezzanino, la biblioteca comunale Antonelliana. Questo avvenne fino a poco prima del 2000, quando problemi di staticità costrinsero l’amministrazione a spostare alunni e libri: i primi finirono nell’attuale sede di via Rossini, i secondi al piano superiore del Foro annonario. Attualmente, vi sono mal conservati anche gli oggetti, gli strumenti, gli animali e i minerali del “gabinetto di scienze naturali e di fisica“, di notevole valore storico e didattico. Per l’ex liceo classico però nessun progetto a lungo termine.

Qualche idea c’è su come utilizzare il palazzo Gherardi che si affaccia sul fiume Misa, in pieno centro storico a Senigallia. Date le praticamente inesistenti risorse comunali per rimetterlo a norma, la strada che sembra più probabile è quella della musealizzazione con fondi europei. Secondo alcuni esponenti cittadini, tra cui l’ex senatrice Silvana Amati, l’edificio potrebbe infatti ospitare la sede del Musinf (il museo d’arte moderna, dell’informazione e della fotografia), anch’esso alla ricerca di una sede, dato che si sta spostando – senza particolare fretta – da via Pisacane a palazzo del Duca. Per il sindaco Mangialardi potrebbe divenire sede di un museo rivolto al contemporaneo, «ma sarà la sfida per la prossima amministrazione». Prima ancora, durante il secondo mandato dell’ex sindaco Luana Angeloni (2000-2010) si ventilò la possibilità che venisse lottizzato in appartamenti di lusso.

Palazzo Gherardi a Senigallia: un tempo ospitò l'albergo Roma
Palazzo Gherardi a Senigallia: un tempo ospitò l’albergo Roma

In questo contesto si inserisce la campagna del Fai (Fondo ambiente italiano) che punta alla valorizzazione dei “luoghi del cuore”: il gruppo di Senigallia ha proposto palazzo Gherardi tramite la referente Maria Rosa Castelli «per dare inizio ad un percorso che lo ponga all’attenzione della comunità, un percorso che porti alla sua rinascita, che sarà sicuramente proficua per tutto il nostro territorio e non solo, affinché nel tempo si riesca a trasformarlo in una pregevole e performante sede museale». Nel giro di poco più di una settimana, sono stati raccolti 137 voti che lo pongono al 211° posto nella graduatoria nazionale.

Di diverso parere è però Gaspare Battistuzzo Cremonini, fondatore di un’associazione culturale “La Rosa del Contino” per il «salvataggio di un bene così iconico e caratteristico dell’identità senigalliese». Cremonini ribadisce che «il palazzo è legato al lascito del conte Adolfo Gherardi che istituì il Comune di Senigallia come suo erede universale con lo scopo esplicito (si legge nel testamento) di aiutare i giovani poveri a studiare ed a farsi una posizione nel mondo». Un’eredità con uno fine ben preciso che non coincide con la proposta museale. «Non si vede come la destinazione a museo della fotografia possa incontrare queste ultime volontà: quand’anche le presenze del museo contassero centinaia di migliaia di visite annue (ed è lecito dubitarne: non siamo alla Biennale di Venezia né ad Art Basel), resterebbe difficile comprendere in quale modo ciò contribuirebbe all’istruzione dei giovani. D’altra parte, persino in chiave lavorativa la soluzione museo della fotografia lascerebbe a desiderare: si utilizzerebbe un edificio dalle enormi potenzialità per dar lavoro a quanti, forse quattro o cinque (giovani, si spera) guardasala?»

«Un anno fa proposi di restaurare il palazzo Gherardi – continua Gaspare Battistuzzo Cremonini – reperendo fondi a livello internazionale, con un progetto di partenariato e scambio d’istruzione con conservatori di tutto il mondo, e di farne un conservatorio di musica», in onore alla presenza di Pietro Mascagni che fu ospitato proprio all’albergo Roma di Senigallia agli inizi ‘900 in occasione di una rappresentazione al teatro La Fenice. «Qualcuno potrebbe dire che un conservatorio in riva al Misa può sembrare un sogno ad occhi aperti. Ma mi ero tuttavia detto assolutamente favorevole anche ad un diverso progetto: una preliminare proposta che suggeriva di trasformare palazzo Gherardi in una università del turismo nella quale poter formare i giovani senigalliesi (come avrebbe voluto il conte Gherardi) verso l’acquisizione di una solida professionalità in linea con la vocazione balneare della città».