Senigallia

Senigallia, va in pensione il dottor Andrea Ansuini, responsabile di rianimazione

Il saluto con una lettera a cittadini e istituzioni: «La vita di un solo paziente è più importante del budget di un'intera azienda ospedaliera»

Il dottor Andrea Ansuini con il personale di rianimazione dell'ospedale di Senigallia
Il dottor Andrea Ansuini con il personale di rianimazione dell'ospedale di Senigallia

SENIGALLIA – Primo giorno di pensionamento per il dottor Andrea Ansuini, direttore dell’unità di rianimazione dell’ospedale di Senigallia. Lascia l’incarico con una lettera accorata rivolta sia alla città, e quindi ai pazienti e colleghi, sia alle istituzioni non solo per fare un bilancio di un’intera carriera e di un lungo periodo, ma perché in futuro non vengano commessi gli stessi errori del passato.

«Esprimere tutto quello che provo in questo momento – spiega Ansuini, rinomato sia a livello professionale che umano – confesso risulta particolarmente difficile. Un pensiero particolare va a tutto il personale sanitario, medico, infermieristico, ausiliario ed agli addetti alle pulizie che, con pazienza infinita, mi hanno “sopportato” pur nei contrasti talvolta avuti, inevitabili in una famiglia così “allargata”. Mi piace ricordare con affetto infinito i tanti pazienti e familiari che ancora oggi si ricordano di noi con attestazioni di affetto a distanza di anni e che ci hanno supportato nei mesi terribili della prima ondata pandemica, lungi da essere purtroppo finita… segno tangibile che nella condivisione della malattia e sofferenza siamo stati , e lo siamo ancora, semplicemente quello che un paziente e i familiari si aspettano da coloro cui affidano la propria salute, con  l’angoscia e l’ansia in quei momenti particolarmente critici… e di questo dobbiamo essere “orgogliosi”».

Tante le emozioni nei diversi anni della carriera di medico anestesista e rianimatore, tra cui anche le «procedure di prelievo degli organi per ridare una vita dopo la morte». Un lavoro spesso, anzi, quasi sempre nell’ombra quello degli anestesisti rianimatori, infermieri e del personale ausiliario, a volte denigrato fino a venir ritratti come figure che «leggono un giornale in sala operatoria mentre il chirurgo opera e salva le vite». Eppure l’anestesista rianimatore è una figura sempre presente: «In sala parto quando siete nati con parto cesareo e non solo, quando vi hanno tolto le tonsille, quando avete fatto l’incidente col motorino e l’ortopedico vi ha messo due viti nella gamba, quando tuo figlio dopo essersi cappottato con la macchina è finito in rianimazione, quando tua nonna non riusciva a respirare e l’hanno portata all’ospedale».

Non solo ricordi. Per il dottor Andrea Ansuini è arrivato anche il momento di alcune osservazioni sulla gestione a livello locale e regionale dell’assistenza sanitaria. «Oggi medici e pazienti, quindi tutti i cittadini, pagano scelte che in nome del pareggio di bilancio hanno anteposto il profitto di pochi alla salute e al benessere di tutti. Il budget è sempre tiranno ed è più importante della salute dei pazienti, dei medici e di tutti gli operatori sanitari che dovevano essere i primi a essere sottoposti a prevenzione e protezione durante la prima fase pandemica. Invece gli operatori sanitari, quelli in prima linea, durante la prima fase, sono stati lasciati senza dpi o con dpi di scarsa qualità in strutture completamente inadeguate, spesso lasciate nell’incuria più totale». Praticamente non solo tanti operatori sono stati esposti al contagio, ma «sono stati fonte di diffusione del virus all’interno degli ospedali e delle rsa in quanto esentati dalla quarantena e costretti a lavorare anche se potenzialmente positivi».

Andrea Ansuini
Andrea Ansuini

Accuse che il dottor Andrea Ansuini ha mosso alla politica locale e regionale anche in occasione del consiglio grande sulla sanità che si è tenuto nel municipio senigalliese nel luglio 2020, quando si è esposto in prima persona per criticare la gestione della prima ondata della pandemia. Queste riflessioni, che l’hanno portato innanzitutto a sottolineare l’incredibile lavoro per «garantire tutte le cure possibili grazie alla estrema professionalità e spirito di appartenenza nonostante la grave carenza di personale medico, infermieristico, ausiliario, strutturale e tecnologico», hanno comunque fatto imparare che «la vita di un solo paziente è più importante del budget di un’intera azienda ospedaliera». Principio su cui si batterà anche in consiglio comunale, in cui è stato eletto lo scorso ottobre: «essere consigliere in comune mi dà delle responsabilità gigantesche, con attese enormi da parte di tutti voi operatori sanitari e cittadini che quotidianamente mi contattate: farò di tutto per non deludervi».