SENIGALLIA – La città è ancora sotto choc per la tragedia che si è consumata ieri sera, 17 agosto, quando due persone – padre e figlio – sono deceduti investiti da un treno merci in transito. L’investimento mortale è avvenuto sui binari in zona Cesanella all’altezza del lungomare Mameli 142, due chilometri a nord della stazione ferroviaria di Senigallia, dove ieri sera si erano radunate molte persone dato il trambusto e dove oggi non si parla d’altro che del drammatico episodio.
A travolgere le due persone è stato un treno merci intorno alle ore 21: nulla ha potuto il macchinista per fermare il convoglio che viaggiava in direzione sud quando si è ritrovato i due uomini davanti. Ha azionato il freno ma di fatto non si è fermato prima di 2-300 metri. Violento l’impatto che non ha lasciato scampo alle vittime: S.P., un 62enne di Valfabbrica, è stato il primo a essere colpito poiché cercava di raggiungere il figlio ed è stato scaraventato in un canneto poco più avanti; il figlio – C.P., 26enne di Perugia – è stato travolto poco più avanti e trascinato per centinaia di metri. Dalle ricostruzioni effettuate dalla Polizia Ferroviaria – intervenuta sul posto assieme a personale di Trenitalia, del Commissariato, dei carabinieri e dei vigili del fuoco – è emerso che il giovane avesse proprio l’intenzione di togliersi la vita; il papà gli è corso dietro per tentare di dissuaderlo finendo per essere travolto.
Sotto choc la madre del giovane, che ha seguito gli eventi da vicino senza però poter fare nulla: è stata soccorsa prima dagli altri residenti delle due palazzine, situate di fronte a un bar-ristorante; molti sono infatti usciti fuori per capire cosa stesse succedendo, allarmati dal trambusto dei freni d’emergenza attivati dal macchinista del convoglio e dalle grida della donna. Quest’ultima è stata poi presa in carico dal personale sanitario, semisvenuta. Un’ambulanza l’ha infine portata all’ospedale di Senigallia dove è stata dimessa questa mattina. Non ha voluto rimanere in casa ed è stata accolta da una sorella in un comune limitrofo.
Sia i vicini, sia coloro che conoscevano la famiglia o che frequentavano lo stesso tratto di spiaggia libera di fronte alle due palazzine hanno parlato di problemi psichici di cui avrebbe sofferto il giovane: in particolare di depressione, per cui era in programma un consulto in una struttura toscana. Proprio per questo motivo il papà, separato dalla moglie, era giunto a Senigallia.
Saranno però gli accertamenti che la magistratura ha disposto, oltre ai rilievi effettuati dalla Polizia ferroviaria, a delineare meglio i contorni di una tragica vicenda che ha sconvolto non solo una famiglia, ma le due comunità di Senigallia e Perugia: ormai passavano da anni le vacanze sulla spiaggia di velluto in un appartamento acquistato proprio di fronte al mare.
Intanto il traffico ferroviario, sospeso per consentire soccorsi e rilievi, è ripreso intorno all’una di notte, con molteplici fischi dei convogli di passaggio: una drammatica sequenza per il lutto che si è consumato sui binari di Senigallia.