SENIGALLIA – E’ un’opera necessaria il nuovo ponte Garibaldi, «ma non quel ponte». Lo ribadiscono le iscritte e gli iscritti del primo circolo del Partito Democratico di Senigallia, che intervengono sul dibattito pubblico. Lo scopo è quello di sottolineare alcuni aspetti critici della nuova opera che troverà spazio tra via Rossini e via Portici Ercolani. E di cui si parlerà – ma senza possibilità di modifiche – nel consiglio grande del prossimo 5 febbraio.
«Abbiamo bisogno di un ponte, opera vitale per il centro storico. Ma quel ponte imposto dalla Regione, che la città non la vive, e da un sindaco che evidentemente non la conosce, è una vera e propria sfida ai cittadini, di cui non si capiscono i motivi. Inconcepibile per i senigalliesi e non condiviso – sostengono i dem – è incapace di promuovere, educare e stimolare la riflessione attorno al concetto di bene comune, buona prassi di una vita civica democratica (è la triste storia che si ripete in ogni atto di questa amministrazione comunale)».
Per quanto riguarda la viabilità, verrà riversato traffico automobilistico e pesante nel centro storico della città con gravi problemi sia di inquinamento che di vivibilità e gestione dei pochi parcheggi disponibili in centro, soprattutto d’estate. Ma non è l’unico impatto: quell’opera secondo il Pd «stravolgerà il piano urbanistico del centro storico, dal punto di vista estetico, di prospettive, di armonia e di visione complessiva generando un degrado paesaggistico e urbanistico e un impoverimento del tessuto storico. Svaluterà il pregio delle case storiche del centro di via Portici Ercolani che avranno ad altezza finestre un mostro architettonico».
Un’infrastruttura che secondo il centrosinistra si adatta ben poco a Senigallia, al suo centro storico settecentesco e soprattutto non ridurrà il rischio idrogeologico di nuove alluvioni. «Quel ponte da solo non garantirà sicurezza perché non supportato da opere prioritarie di sistema, come le vasche di espansione funzionanti e consistenti a monte. I nostri concittadini devono sapere che quel ponte sarà devastante non solo per noi, ma per gli anni (i secoli) che verranno. Uno sfregio allo sviluppo di Senigallia e dei suoi cittadini».