SENIGALLIA – Anche la Lega Nord interviene nel dibattito sulla presenza di 10 minuti del consigliere Maurizio Perini alla seduta consiliare del 21 dicembre. E anche in questo caso arriva la risposta del capogruppo di Progetto In Comune che ha ricevuto sui canali social sia apprezzamenti che insulti e velate minacce.
Il consigliere leghista Davide Da Ros la butta sul piano etico.
«Il vero problema non è se il Consigliere Maurizio Perini è andato a giocare a calcetto o a fare un giro su Marte, il problema vero è il “prendersi” i 26 euro netti di compenso per 10 minuti di presenza. Dove sia stato quel giorno non ci interessa, e non vogliamo saperlo. È lo stesso consigliere Perini a dirci che aveva un pomeriggio lavorativo intenso con degli appuntamenti, il che è tutto lecito, e che era “passato” in consiglio comunale solamente perché doveva conferire con un altro consigliere per una problematica. Bene, e visto che sapeva che la sua era una “toccata e fuga”, per quale motivo ha inserito la tessera? Per abitudine o per prendersi il rimborso? Etica e correttezza avrebbero voluto che la tessera non venisse inserita. Poteva benissimo parlare con un consigliere e poi andarsene senza inserirla, ma così non è stato, ed è questa la questione più importante. Perché il consigliere Perini ha preso il gettone di presenza esattamente come chi quel giorno è rimasto 8 ore seduto in consiglio comunale».
Al leghista Davide Da Ros e al consigliere di Senigallia Bene Comune Giorgio Sartini arriva la replica di Maurizio Perini, il quale ha dichiarato: «Si stanno arrampicando sugli specchi anziché chiedermi scusa per affermazioni dimostratesi false. Preso atto che la fantomatica partita di calcetto a causa della quale mi sarei riassentato dal consiglio non c’è mai stata, ora tirano fuori la storia della tessera e della registrazione. Del mio ritardo avevo già avvisato chi di competenza; dopo essere arrivato mi sono appartato con la consigliera Angeletti per discutere di una questione politica di enorme importanza; ho ricevuto una telefonata che mi ha costretto ad allontanarmi di nuovo, senza consentirmi di ritornare in aula. Per questo la tessera è rimasta lì. Credo sinceramente che questa pantomima sia durata sin troppo. Traggano i lettori le proprie conclusioni, anche quelli che simpaticamente hanno scritto sui social che “mi dovrei fare la doccia con l’acido” o che “ devo stare attento a girare per la città”. Le traggano anche Sartini e i suoi, perché con la reputazione delle persone non si scherza ed io non lo consento. Non più».